Giuseppe Fiamingo, il catanese “europeo” che promuove il matrimonio gay
Chi è Giuseppe Fiamingo?
“Ho avuto la fortuna di avere una madre catanese (Ada Aveline), molto aperta, che ha saputo trasmettermi questa apertura di spirito, l’amore per la conoscenza, per i Paesi e per le lingue straniere. Mi ha incoraggiato a studiare l’inglese andando anche in Inghilterra d’estate quando avevo solo 6 anni! A 14 anni, dopo due anni al ginnasio Cutelli, mia madre mi ha dato l’opportunità di frequentare il liceo a Bruxelles, alla Scuola europea, sperimentando una sorta di Erasmus ante litteram ed autofinanziato. Il bello della scuola europea é che, pur studiando nella tua lingua madre (nel mio caso l’italiano) , ti abitui a conoscere e convivere coi giovani delle diverse nazionalità europee, perché ci fai assieme educazione fisica, e ci studi storia e geografia. Poi ho avuto voglia di “riprendere contatto” col mio Paese ed ho frequentato l’università commerciale Bocconi, dove mi sono laureato in Economia aziendale, con una tesi sull’aiuto della CEE ai Paesi in via di sviluppo. E’ stato quindi naturale il ritorno a Bruxelles ed uno stage alla Commissione Europea. Le prime esperienze lavorative sono state in uffici di consulenza su varie tematiche di interesse per clienti italiani. Ho lavorato poi nel campo delle politiche europee relative all’agricoltura e dell’agroalimentare, in gruppi come la Lega delle Cooperative o la Ferrero. Sono stato in seguito selezionato come agente temporaneo per la Commissione europea, dove ho lavorato sei anni nel regime internazionale agli scambi per i prodotti agricoli trasformati, occupandomi sia di tematiche industriali che di negoziazioni commerciali con Paesi come la Turchia, Israele e gli Stati Uniti. Nel frattempo, tanto per non smentire l’apertura alla multiculturalità, avevo incontrato mia moglie, belga francofona,con cui abbiamo poi avuto due figli, Mathilde che oggi ha 23 anni e Luca che ne ha 21. In seguito ho avuto varie e diverse esperienze lavorative, spazianti dalla gestione di un frantoio oleario nella pianura di Taormina alla gestione di un’agenzia immobiliare a Bruxelles, sempre provvedendo ad una formazione continua professionale”.
Qual è il tuo rapporto con l’Italia e la Sicilia, in particolare?
“Continuo ad adorare il mio Paese, ed in particolare la Sicilia, anche se mi addolora vedere la natura devastata da “pirati” che si trovano di fronte uno Stato indifferente, troppo spesso rappresentato da un’amministrazione pletorica ed inefficace e da politici che non perseguono gli interessi comuni!”
Promotore della raccolta di firme per la petizione online a favore dei matrimoni delle coppie omosessuali, indirizzata a Matteo Renzi, cosa l’ha portata a perorare la causa?
“L’idea della petizione a Renzi per avere finalmente anche in Italia il matrimonio omosessuale nasce semplicemente dal mio innato senso di giustizia , nonché dalla considerazione che a pari doveri (la tassazione) si devono accompagnare pari diritti, tra coppie coniugate eterosessuali ed omosessuali. In Italia il matrimonio civile prevede una tutela del coniuge riguardo ai diritti relativi all’abitazione coniugale, ai congedi lavorativi, all’assistenza sanitaria ed alla possibilità di visitare il coniuge in una struttura ospedaliera, alla reversibilità della pensione ed anche riguardo alla successione, al di là delle disposizioni testamentarie. Tutto ciò in Italia non é accessibile a chi coniugato non é, come le coppie omosessuali”.
Se molti Paesi europei si sono allineati all’esigenza di uguagliare i diritti di tutti a unirsi in matrimonio indipendentemente dagli orientamenti sessuali, perché l’Italia resta indietro?
“Riguardo ai diritti civili l’Italia é ormai relegata a fanalino di coda nell’Unione Europea. Oltre al matrimonio omosessuale, basti pensare al diritto di fine vita, sempre negato anche dopo le tristissime derive e strumentalizzazioni del caso Englaro. Per l’Italia, l’alibi di Paese cattolico che non tollererebbe il matrimonio omosessuale non mi sembra pertinente, visto il calo massiccio in questi ultimi decenni riguardo alla frequentazione delle funzioni cattoliche. Inoltre Paesi con tradizione cattolica come il Belgio, o la Spagna, sono stati tra i pionieri mondiali , dopo l’Olanda, nell’introduzione del matrimonio omosessuale. Riguardo all’Italia mi sembra piuttosto, come per altre tematiche relative ai diritti civili, una questione di corretta informazione dei cittadini e di dialogo corretto e pacato con e tra politici che siano chiamati a rispondere ai propri elettori. Ma in Italia, con una legge elettorale coi listini bloccati, si é creata una classe politica completamente irresponsabile riguardo agli elettori!”
Che tipo di riscontro sta avendo questa petizione online, il paese risponde sensibilmente all’argomento, o a firmare sono solo gli omosessuali?
“In verità mi aspettavo maggior sostegno da parte dalle associazioni LGBT, ma ho avuto risposte insperate da singoli attivisti, che mi hanno già procurato due interviste, oltre questa. Abbiamo superato 3.300 firme, ma il traguardo che ci siamo posti é di 10.000 firme. Ce la potremo fare con l’aiuto dei media e soprattutto la sensibilizzazione di cittadini. Un punto su cui é opportuno insistere é che col matrimonio omosessuale le coppie etero non perderanno alcun diritto! Si tratta quindi di una battaglia di pura civiltà, per potere fare beneficiare della parità dei diritti portati dal matrimonio quella parte della comunità LGBT che desidera sposarsi”.
Come si accede alla petizione, possono firmare tutti?
“Certo, é una petizione on-line aperta a tutti , in cui basta indicare il proprio nome e cognome e si può anche lasciare un eventuale commento sulla propria motivazione alla firma della petizione. Ecco il link:https://www.change.org/p/matteo-renzi-estenda-matrimonio-civile-a-coppie-omosex-secondo-sentenza-4184-2012-corte-cassaz “.
Quanto i retaggi di una cultura basata sul machismo siciliano avrebbero condizionato questa scelta di avviare una petizione, se fosse rimasto in Sicilia, dove i termini ‘gay’ e ‘lesbica’ sono utilizzati con accezione dispregiativa?
“Credo che solo quando gli italiani prenderanno finalmente in mano la propria informazione, attraverso l’ accesso Internet alle svariate fonti di informazioni esistenti, invece di seguire slogan populisti di politici che sanno solo urlare, facendo appello alla pancia o alla paura del diverso, avremmo infine una società migliore”.
Il riconoscimento del matrimonio egualitario porterà a nuove battaglie per l’adozione dei figli da parte di coppie omosessuali, a suo parere l’Italia è pronta per abbattere certi stereotipi di genere e a riconoscere pari diritti? Cosa deve essere ancora fatto per abolire qualunque tipo di discriminazione?
“Credo che le battaglie civili vadano fatte tappa per tappa. Renzi aveva promesso aperture con un decreto di legge sulle “civil partnership” (Decreto Cirinnà) dando alle coppie omosessuali gli stessi diritti delle coppie coniugate, ma anche questo provvedimento sembra essersi arenato tra gli annunci ad effetto della “svolta buona”…
Ogni genitore dovrebbe educare i figli al rispetto dell’altro e del mondo. Che impostazione ha adottato per l’educazione dei suoi figli? Cosa augura per il loro futuro?
“Credo e spero di aver educato, insieme a mia moglie, i nostri figli al rispetto del prossimo, naturalmente anche del diverso, nel rispetto dell’ambiente e per un uso oculato delle risorse (terra, acqua, energia, cibo…), in modo di potere trasmettere alla nostra discendenza un mondo ancora sostenibile. Per il futuro dei nostri figli credo che sia inoltre importante trasmettere loro l’amore per la conoscenza, per la cultura e per la natura, trasmettendo loro il valore della costruzione della propria conoscenza attraverso lo studio e l’applicazione, sia da soli, assecondando la propria curiosità, ma anche osando dire ad un professore o al proprio interlocutore “non ho capito”, in modo che questo si spieghi meglio”.
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