Quanti sono i lavoratori, i risparmiatori ed anche i piccoli imprenditori che hanno visto le loro esistenze spezzate a causa di un'azienda fatta chiudere per una decisone presa al chiuso di un asettico ufficio nella City, a Singapore o a Zurigo?
Quanto malessere, quante depressioni, quanti internamenti psichiatrici, quanti suicidi, hanno causato capitalisti di assalto e senza scrupoli, che si chiamino, pensando ai soli casi eclatanti in Italia, Tanzi e Cragnotti, oppure negli USA Kenneth Lay per la ENRON, con la copertura della società di revisione Andersen?
Accurate e dettagliate analisi statistiche non sono state ancora condotte, ma sappiamo che la lista delle vittime umane é lunghissima e destinata ad allungarsi ancora.
Questi "cervelli" , veri criminali dediti alla truffa ed all'occultamento sistematico della verità, hanno provocato con le loro azioni drammi umani spesso estremi.
Ma se guardiamo le loro facce ed ascoltiamo le loro "ragioni" , quando, (ed in Italia bisogna anche aggiungere "se") costoro vanno a sedere sui banchi degli accusati, ci troviamo davanti ad ominicchi, che cercano di scaricare le colpe del loro agire sulla mondializzazione, o sugli obiettivi sempre più ambiziosi posti dai consigli di amministrazione, o sulle "richieste" dei politici...
Ci appare quindi la banalità del capitalismo criminale, cosi' come il processo di Eichmann nel 1961, mirabilmente analizzato da Anna Arhendt, rivelo' l'incarnazione dell'assoluta banalità del male.
La differenza é che nel caso Eichmann, vi era un uomo che diceva di obbedire per servire un'ideologia, totalitaria e criminale, oggi i capitalisti di rapina sono animati da una molla molto meno "ideale" e molto più personale: la loro patologica ed insaziabile sete di ricchezza!