Affichage des articles dont le libellé est Afganistan. Afficher tous les articles
Affichage des articles dont le libellé est Afganistan. Afficher tous les articles

jeudi 17 octobre 2013

Si chiamava Aref: ucciso in Afghanistan dai Talibani perché in Belgio non gli é stato riconosciuto l'asilo politico

Aref era un giovane afgano di 22 anni a cui i Taliban  avevano chiesto di diventare una "bomba umana" contro le truppe occidentali di occupazione.
Lui aveva rifiutato di auto-sacrificarsi e, come ammonimento, i Talibani gli avevano tagliato un dito del piede.

Aref era poi riuscito a fuggire dal suo Paese ed era venuto in Belgio  il 12 marzo 2009, dove aveva depositato una richiesta di asilo politico.

La sua richiesta di asilo politico é stata rifiutata per  ben 4 volte dalla Ministro dell'immigrazione, Maggie De Block, adducendo che Aref in Afghanistan non sarebbe stato in pericolo di vita e che le minacce di morte nei suoi confronti non sarebbero state credibili.

Aref, senzatetto e dopo aver dormito per settimane alla gare du Nord di Bruxelles, ha accettato la proposta della ministra dell'immigrazione Maggie De Block, di rientrare volontariamente in Afghanistan, anche se sapeva di essere in pericolo di vita.

Purtroppo, e come prevedibile, ci é giunta la notizia dall'Afghanistan.che Aref é stato ucciso dai Talibani a Pagham

Aref, a destra nella foto



Non si puo' restare indifferenti di fronte ad un tale orrore!
Organismi ministeriali specializzati, i quali che dovrebbero valutare obiettivamente le condizioni di pericolo per i richiedenti l'asilo politico, sembrano invece  rispondere a precise direttive, in termini di quote di espulsioni, da parte di politici ossessionati da un consenso dell'opinione pubblica che sarebbe sempre più xenofoba...

La ministra Magda De Block avrà sulla sua coscienza la giovane vita di Aref, cosi' come "politici" come Bossi e Fini devono avere sulla coscienza la vita di quei profughi imbarcati sui barconi ,  finiti in fondo al Mediterrano o "respinti in mare" verso i Paesi dai quali erano salpati, lontano dall'attenzione dell'opinione pubblica e senza aver potuto sottoporre la documentazione relativa alla loro persecuzione, per l'ottenimento dell'asilo politico.

Diciamo basta a queste assurde ed inutili morti annunciate. Battiamoci contro l'ignoranza che genera la xenofobia ed affinché in qualsiasi frangente le autorità nazionali applichino le convenzioni internazionali firmate in materia di asilo politico.