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lundi 28 octobre 2013

Il difficile equilibrio tra lotta al terrorismo e tutela delle libertà civili

Con la notizia che gli USA spiavano già dal 2002 anche il cellulare della Merkel é  culminato il caso dello spionaggio della National Security Agency (NSA) USA anche nei confronti degli alleati atlantici.

I whistleblowers.





A partire dal 2010, grazie all'operato dei whistleblowers "ficcanaso", che hanno reso pubblici  i reconditi files dell'amministrazione USA, come l'australiano Julian Assange con Wikileaks, del soldato americano Bradley Manning (condannato a 35 anni di reclusione) e dell'esperto informatico dell'NSA Edward Snowden (cui é stato accordato l'asilo per un anno in Russia), il mondo é a conoscenza che gli USA, con l'alibi della lotta al terrorismo, spiavano un po' tutti, dai propri cittadini a quelli in tutto il mondo, dai membri dei governi ostili a quelli alleati.

Quel labile confine tra spionaggio per lotta al terrorismo ed indebita ingerenza nelle vite private.
Il  rischio di compiere abusi da parte di  chi spia al coperto dell'anonimato, trovando informazioni su segreti industriali e politici riguardanti l'economia e la sicurezza dei Paesi "alleati", oltre che effettuare accessi indebiti nella vita privata delle persone spiate, é naturalmente grande ed é stato confermato dal fatto che gli USA abbiano messo sotto sorveglianza anche i leaders politici alleati, tra cui Angela Merkel, che non possono certo essere tacciati di complottare per terrorismo.

Appare evidente  come lo scopo della sorveglianza in questi  casi sia stato di carpire segreti politici e geo-politici agli alleati USA, che, a differenza del Regno Unito,  non condividono pedissequamente la  politica estera degli USA, per esempio riguardo al Nord Africa, al Medio Oriente o alla Russia.

Le razioni degli alleati USA e quelle blande dell'Italia
Dai files resi pubblici emerge che fra gli alleati europei spiati dagli USA, il primo obiettivo era la Germania, e poi ad un livello più basso si trovavano, a pari livello  Francia, Spagna ed Italia.

Mentre  Germania e  Francia hanno reagito con un'inizativa congiunta all'ultimo Consiglio europeo per colloqui bilateali con gli USA in modo di concordare con l'alleato USA un codice di "buona condotta" per le attività dei servizi segreti nei Paesi alleati ed hanno convocato, insieme alla Spagna, l'ambasciatore USA, e mentre il Parlamento europeo minaccia il blocco dell'accordo sugli scambi dei dati (SWIFT) con gli USA , la posizione del governo  italiano, é stata molto morbida di fronte al potente ma invadente alleato.
Enrico Letta si é limitato a sollevare nel corso di un incontro col segretario di Stato USA Kerry  la questione della tutela della privacy dei cittadini italiani , e quest'ultimo avrebbe assicurato che la questione era "sotto indagine" e che l'obiettivo é di "trovare il giusto equilibrio tra la sicurezza e la protezione della privacy dei cittadini...".
I  media e l'opinione pubblica italiani, focalizzati sulle questioni di  politica interna, non hanno registrato reazioni particolari sulla questione, come campagne di stampa o manifestazioni di piazza, come negli USA, con StopWatching.us che coalizza più di cento organizzazioni.
Degna di nota é invece la reazione del garante della privacy , Antonello Soro, che ha spronato il premier Letta a spingere per l'approvazione da parte dei governi europei e del Parlamento Europeo del regolamento europeo per la tutela della privacy e dei dati personali.

La contraddizione USA e di Obama 

Non si puo' certo ignorare, come gli Stati Uniti ed il Presidente Obama, in teoria paladini dei diritti civili, con l'alibi della lotta  al terrorismo, abbiano permesso gravi e durevoli intromissioni nella vita privata dei cittadini nazionali e stranieri.
Barak Obama nel corso del suo ultimo mandato dovrebbe rivedere l'approccio dello spionaggio USA nei confronti dei propri cittadini e di quelli di tutti gli altri paesi del Mondo, mettendo paletti ben fissi, in modo da non ripetere gli abusi del passato.

La trasparenza futura.
Oltre al regolamento europeo sulla tutela della privacy e dei dati personali dei cittadini dell'UE, un'ulteriore garanzia e fonte di informazioni per i cittadini dovrebbe essere la nuova agenzia di informazione sulle attività governative, indipendente dai governi, finanziata  dal miliardario Pierre Omidyan (fondatore di e-bay), a cui ha già aderito il famoso giornalista del Guardian, Glenn Greenwald, il cui scopo dovrebbe essere anche quello di favorire la trasparenza dei governi.

Alla luce dei recenti abusi, appare evidente come i cittadini e l'opinione publica mondiale abbiano bisogno di "whistleblower" professionisti che segnalino, accedendo a fonti governative e senza correre il rischio di essere perseguitati, gli abusi dei governi nei confronti dei diritti fondamentali dei cittadini.










samedi 5 octobre 2013

Lampedusa: insipienza ed ipocrisia della politica italiana

Confesso di averne abbastanza della pelosa ipocrisia di quella classe politica che va a rimorchio delle emozioni suscitate dall'attualità .

Ieri Angiolino Alfano ha postato decine di tweet lacrimevoli sulle centinaia dei migranti morti annegati al largo di  Lampedusa.
Ma il suo partito (PDL) é responsabile per la proposta e l'adozione di una legge vergognosa come la Bossi-Fini, contraria al diritto internazionale, nella parte in cui prevede i respingimenti dei migranti in mare. Rispengimento in mare vuol dire morte per disadratazione o fame, per ipotermia o per naufragio,  e nel caso in cui i natanti ritornino verso i Paesi da cui sono salpati,  i migrati rischiano la tortura se non la morte da parte di autorità che non vogliono farsi carico di questa problematica.
Inoltre i "centri di accoglienza" istituiti dalla Bossi-Fini sono spesso strapieni e obbligano gli extracomunitari a condizioni di vita disumane.


Il presidente della regione Crocetta, invece di battersi politicamente per la modifica della Bossi-Fini,  in un impeto di buonismo, propone nientedimeno che di creare cimiteri con zone diverse a secondo del credo religioso per i cadaveri dei migranti ripescati !



Riguardo alla piaga dei migranti (economici o politici che siano) é chiaro che l'Italia non puo' "farsi carico di tutta la miseria del mondo" e la  posizione geografica quale porta di accesso del Mediterraneo, assieme alla Spagna, ne fanno uno dei principali di arrivo dei "boat people", ma ricordiamoci che siamo membro fondatore dell'Unione Europea, e quindi il governo italiano, adesso europeista e con una  credibilità internazionale ritrovata rispetto a quello Berlusconi  , deve battersi con determinazione nelle sedi UE, esigendo la solidarietà politica, economica e logistica dei nostri partners europei.

Una problematica quantitavimente meno rilevante, ma non meno sensibile,  sono i rifugiati politici che affluiscono in Europa a causa di dittature che mettono a repentaglio la vita dei dissidenti  o peggio,  quando sono in corso guerre civili, come attualmente in Siria o Somalia.
Secondo dati Eurostat Nel 2012 i 27 Paesi dell’Ue hanno “concesso” protezione a 102.705 richiedenti asilo 
Nell’anno, nel nostro Paese le decisioni positive sono state in tutto di 9.270 rifugiati politici.
Nell'Ue l'Italia é  il quinto Paese per accoglienza di  rifugiati politici, dopo Germania con quasi 22.200 , seguita dai 15.300 della Svezia, dai 14.600 del Regno Unito e dai 14.300 della Francia. 
Altra e più vasta problematica riguarda gli immigrati clandestini, nella maggior parte per motivi economici, i quali vanno ad alimentare l'occupazione nell'economia sommersa,  e sono spesso  sfruttati dalla criminalità organizzata.
Se guardiamo alle stime, nel 2008 i primi cinque Paesi per numero complessivo di immigrati irregolari sarebbero: Regno Unito (863 mila), Italia (461 mila), Germania (457 mila), Francia (400 mila) e Spagna (354 mila)

Il problema della migrazione economica si deve risolvere soprattutto aiutando alla fonte i Paese da cui provengono i profughi, evitando che gli aiuti finiscano in mani di leaders corrotti (basti citare il caso Gheddafi a cui Berlusconi ha ceduto a tutti i ricatti o di alcune dittature africane...) , ma a causa della crisi economica in Europa e dei diktatt di bilancio, i fondi destinati dal governo italiano alla cooperazione internazionale sono in diminuzione.    


Secondo la Commissione europea in assenza di un'inversione di marcia, gli aiuti pubblici allo sviluppo italiani potrebbero raggiungere solo lo 0,16% nel 2015, quando invece, in base agli impegni assunti in sede Onu, dovremmo arrivare allo 0,7% del Pil!

Quindi, di fronte agli  attuali e complessi flussi migratori, maggiormente di natura economica, l'Italia non puo' demagogicamente chiudere le proprie frontiere.
Ricordiamoci che l'Italia é confrontata ad un deficit demografico e che senza l'afflusso di manodopera per occupazioni che gli italiani non desiderano più esercitare, come l'assistenza agli anziani, l'agricoltura o anche l'industria nel Nord-Est, interi settori dell'economia italiana avrebbero serie difficoltà.

L'Italia dovrà inoltre trovare di concerto coi propri partner europei soluzioni economiche e politiche di largo respiro riguardo al  fenomeno dell'immigrazione economica, che, a caussa del crescente divario NORD-SUD, rivestirà importanza crescente.

Politici degni di questo nome non debbono sfruttare il populismo, incutendo il timore nella popolazione italiana di un'invasione di orde di straccioni, o rifugiandosi dietro una facile emozione momentanea suscitata dai lutti dei migranti affogati dai Paesi poveri.

Una  politica di immigrazione degna di questo nome, passa, come in altri Paesi occidentali, attraverso un censimento dei posti di lavoro non coperti dalla popolazione nazionale ed una programmazione degli afflussi esterni sulla base della offerta di manodopera.

Da tempo immemorabile la politica italiana NON prevede soluzioni ma esercita un ruolo di pompiere , affannandosi a correre di qua e di là, a secondo le infinite "emergenze" del momento, che si chiamino rifiuti, incendi estivi, migranti..., tenute sempre aperte e che, in quanto gestite come emergenze, favoriscono gli appalti in favore delle Mafie.

Uno stato credibile ed europeo ed una classe politica degna di questo nome, prevedono, programmano ed agiscono, riguardo alle grandi sfide alle quali sarà  confrontato il Paese.
Vedasi a proposito la riflessione che sta portando avanti il governo francese riguardo alle sfide per i prossimi dieci anni http://www.gouvernement.fr/premier-ministre/quelle-france-dans-10-ans-le-gouvernement-lance-une-grande-demarche-prospective
Il futuro del Paese si gioca oggi e l'Italia appare in grave declino.
Abbiamo maledettamente bisogno di una classe politica seria ed onesta che si batta per fare dell'Italia un Paese europeo e moderno!