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dimanche 4 janvier 2015

Se questo é un Popolo...

Voi che vivete nelle vostre casette di Brixton o Malmö,
che trovate in TV, tornando a casa, un'informazione pubblica di qualità e pluralistica,
che avete eletto politici che perseguono il bene comune e vivono come voi:



considerate se questo é un Popolo,
"costretto" ad eleggere politici collusi con mafie,


o in perenne conflitto di interessi,




pur di ottenere un favore, in realtà un diritto negato...

Considerate se questo é un popolo, che si lascia guidare in crociate omofobe o xenofobe , di bassa Lega

 


Considerate se questo é un Popolo, che non conosce né meritocrazia, né giustizia, né pubblica amministrazione degne del nome,
che lotta per fare pagare le tasse agli altri.

Considerate se questi siano uomini o donne,
senza pudore nel fare carriera vendendo la mente, o anche il corpo, al potente di turno.





Meditate che questo, che ha alla sua testa politici che trattano indicibili patti sopra il destino dei propri cittadini, non é uno Stato.




(Liberamente tratto da "Se questo é un uomo" di Primo Levi)

vendredi 8 novembre 2013

Rete europea società civile contro crimine organizzato

Oggi,  8 novembre 2013,si é costituita a Bruxelles la Rete europea della società civile contro il crimine organizzato, denominata "Cultura contro Camorra".

Questa iniziativa nasce dall'esperienza pluriennale della lotta contro l'illegalità e la cultura mafiosa da parte di diversi attori dell'economia sociale nella regione Campania, i quali gestiscono a fini sociali e culturali  i beni confiscati alla criminalità.

 Da sin. a destra: Mireille Bruyere (Università Tolosa), Christophe Rouillon (Comitato delle Regioni) , Juan Mendoza (Comitato economico e sociale) , Franco Iannello (promotore di Cultura contro Camorra), Rita Borsellino (membro del Parlamento Europeo), Stefano Manservisi (Direttore Generale Commissione Europea, Direzione generale Affari Interni)

Visto che le Mafie sono sempre più un fenomeno globale e senza frontiere, l'iniziativa "Cultura contro Camorra" si propone i seguenti OBIETTIVI a livello europeo:
- suscitare la consapevolezza  tra tutti i cittadini dell'Unione Europea della gravità della minaccia da parte della criminalità organizzata trasfrontaliera alla democrazia ed allo stato di diritto;
- organizzare un sostegno transnazionale agli attori dell'economia sociale (associazioni, cooperative...), in particolare in Campania, i quali gestiscono i beni confiscati alla criminalità organizzata, in modo da  ridare loro la fiducia dei cittadini;
- instillare nei cittadini, ed in particolare nei giovani, anche nei territori dominati dal crimine organizzato la cultura della legalità, in opposizione a quella mafiosa, ;
-aggregare in tutta Europa gli operatori dell'economia sociale e la società civile per contrastare l'influenza crescente della criminalità organizzata.

Alla luce delle consultazioni effettuate dal promotore dell'iniziativa, Franco Ianniello, presso il  relatore al Comitato delle Regioni  Christophe Rouillon sul "pacchetto sulla protezione dell'economia lecita", del direttore generale alla Commisione UE alla Direzione generale Affari interni, Stefano Manservisi, nonché  presso i numerosi protagonisti dell'economia sociale, che agiscono nei vari Paesi membri dell'UE, sono state proposte le seguenti LINEE OPERATIVE a livello europeo:

  • Per mantenere elevata la vigilanza contro la criminalità organizzata, chiedere al prossimo Parlamento Europeo di rendere permanente la Commissione speciale sulla criminalità organizzata, la corruzione ed il riciclaggio di denaro (CRIM);
  • Promuovere attivamente la legislazione europea, finalizzando la direttiva  relativa al congelamento, alla confisca, e possibilmente anche attraverso l'utilizzo sociale, dei beni frutto del crimine organizzato, in tutta l'Unione Europea;
  • Prevedere nell'utilizzo dei Fondi strutturali UE una priorità per le associazioni che lottano contro  la criminalità organizzata, nonché una priorità nei programmi tipo  ERASMUS per i giovani nelle zone dominate dalla criminalità organizzata ;
  • Chiedere ai partiti politici europei di impegnarsi nell'ambito della  campagna per il rinnovo del Parlamento Europea a lottare incisivamente contro l'influenza economica della criminalità organizzata ed impegnarsi sull'utilizzo sociale dei beni confiscati alle Mafie .
  • Effettuare inventari delle iniziative anti-mafia e delle risorse dedicate loro, nonché
    delle migliori  pratiche e delle risorse dedicate loro in materia  di utilizzo sociale dei beni confiscati alle Mafie. Promuovere la diffusione delle buone pratiche in materia;
  • Creare una rete UE di partners sociali per azioni di sensibilizzazione sulla legalità e sulla pericolosità dell'infiltrazione della malavita organizzata nell'economia
  • Istaurare scambi culturali a livello europeo, soprattutto giovanile, con le zone in cui domina la criminalità organizzata

mardi 15 octobre 2013

Mediterraneo, mare di chi? (Lettera aperta al governo Letta)

Lettera aperta a:
Enrico Letta Primo Ministro
Angelino Alfano, Ministro dell'Interno
Mario Mauro, Ministro della Difesa 
Anna Maria Cancellieri, Ministro della Giustizia 
Emma Bonino, Ministro degli Affari Esteri 
Cécile Kyenge,Ministro dell'Integrazione 


Bruxelles 15 Ottobre 2013

 Gentili Ministre,
Gentili Ministri,

Il Vostro governo non avrà certo  il senso della tempestività (le statistiche ufficiose, ci dicono che diverse migliaia di disgraziati aspiranti migranti sono finiti in un decennio in fondo al Canale di Sicilia), ma va dato atto che, quando finamente si muove, lo fa come un elefante in una cristalleria!



Le migrazioni economiche sono un fenomeno planetario e crescente, a cui i governi italiani non hanno saputo dare una risposta se non una legislazione demagogica (la Bossi Fini del luglio 2002) che ha avuto come conseguenza di chiudere entrambi gli occhi davanti  ad un nutrito flusso di clandestini i quali, quando riescono ad approdare,  vanno spesso ad ingrossare le fila di un esercito di schiavi sfruttati dalle varie Mafie.


Le morti nel Mediterraneo, il grafico (fonte: LaVoce.info)


Adesso il Vostro governo cerca di farsi bello presso l'opinione pubblica con una poderosa quanto dispendiosa mobilitazione militare (ma ci sono le lobbies degli armamenti da soddisfare!), volta a "mostrare la bandiera" nel Canale di Sicilia, pomposamente bettezzata con lo slogan dell'antica Roma, "Mare Nostrum", che pensavamo sepolto con la disfatta del fascismo.Tant'é!

Di seguito alcune domande riguardo alle azioni esercitate finora dall'amministrazione italiana in materia di controllo/contrasto all'immigrazione clandestina ed ai trafficanti di esserei umani, nonché riguardo alle azioni future nell'ambito della vetrina "Mare Nostrum" .

Per affrontare una problematica complessa come quella delle migrazioni internazionali, che ha radici profonde come quelle dell'umanità, si ritiene opportuno poi fornire proposte alternative alla  militarizzazione del Canale di Sicilia.



DOMANDE

  1.  L'Italia ha stretto accordi internazionali con  Libia ed Egitto, tra l'altro riguardo ai i famigerati "respingimenti in mare" ed ha destinato cospicui fondi a favore di questi Paesi per evitare che i clandestini salpino da questi Paesi. Qual'é l'analisi costi/benefici di questa politica? Se non ci sono risultati  tangibili con questa cooperazione, (a parte il fatto che i libici utilizzino le unità navali donate dall'Italia per mitragliare i pescatori siciliani o le imbarcazioni dei profughi, come accaduto in questi giorni),   ha senso continuare ad investire in questo tipo di "cooperazione" con gli stessi interlocutori in questi Paesi?
  2. Qual'é il bilancio ad oggi di un decennio di applicazione della Bossi-Fini, sia riguardo ai numeri di immigrati legali entrati in Italia,  che riguardo alla clausola più controversa, dei respingimenti in mare, norma da molti ritenuta contraria al diritto internazionale? 
  3. Riguardo a  "Mare Nostrum": quanto costerà, durerà questa azione e come sarà finanziata nella durata? 
  4. E' previsto nell'ambito di "Mare Nostrum" l'arresto ed il deferimento ai tribunali italiani dei trafficanti di esseri umani colti in flagrante delitto ? 
  5. Visto che la Bossi-Fini é tuttora in vigore, nell'ambito di "Mare Nostrum", la Marina Militare continuerà ad esercitare i respingimenti in mare?
  6. Come intende il governo conciliare il controllo alle frontiere esterne comunitarie (competenza mista tra UE, attraverso l'agenzia FRONTEX, ed Autorità nazionali) con una politica migratoria (competenza strettamente nazionale) attendibile ?

PROPOSTE ALTERNATIVE ad una INUTILE e DISPENDIOSA MILITARIZZAZIONE dell' IMMIGRAZIONE

  1. Invece di trincerarsi dietro l'ipocrita principio della Bossi-Fini, che permette l'immigrazione in Italia a solo chi un contratto di lavoro ce l'avrebbe già , (condizione praticamente impossibile da rispettare) appare opportuno, visto l'invecchiamento della popolazione italiana e la necessità di manodopera in determinati settori economici, stabilire, come altri Paesi occidentali, una programmazione controllata dell'immigrazione attraverso una  politica di quote annuali di immigrati secondo le professionalità necessarie in Italia (collaboratori familiali, assistenza anziani, lavoratori nell'agricoltura...). Questa programmazione si potrebbe poi applicare attraverso l'attivazione di uffici consolari italiani nei Paesi del Maghreb/Mashrak per il rilascio di visti necessari ai migranti rientranti nelle suddette categorie e la verifica dei requisiti necessari di moralità.
  2.  La suddetta programmazione dell'immigrazione deve andare  di pari passo con un contrasto senza quartieri, all'immigrazione clandestina ed ai criminali che la organizzano e la sfruttano.
  3. Continuare l'azione di dissuasione dell'immigrazione clandestina presso i Paesi rivieraschi del Mediterraneo, invece che attraverso le autorità locali, (troppo spesso corrotte se non in combutta coi trafficanti di esseri umani), attraverso il finanziamento  ad ONG con un'esperienza verificata nel settore dell'immigrazione
  4. Invece di impegnare la Marina Militare e l'Areonautica su di essa imbarcata, che operano con mezzi imponenti e dispendiosi, anche in termini di equipaggio imbarcato, operare attraverso l'azione congiunta di mezzi della Marina Mercantile ed ONG per prestare i primi soccorsi ai profughi, organizzare l'accoglienza temporanea ed il rimpatrio dei clandestini.
Ringraziando per la cortese attenzione ed in attesa di un cortese riscontro, porgo distinti saluti

Giuseppe Fiamingo, Bruxelles


samedi 5 octobre 2013

Lampedusa: insipienza ed ipocrisia della politica italiana

Confesso di averne abbastanza della pelosa ipocrisia di quella classe politica che va a rimorchio delle emozioni suscitate dall'attualità .

Ieri Angiolino Alfano ha postato decine di tweet lacrimevoli sulle centinaia dei migranti morti annegati al largo di  Lampedusa.
Ma il suo partito (PDL) é responsabile per la proposta e l'adozione di una legge vergognosa come la Bossi-Fini, contraria al diritto internazionale, nella parte in cui prevede i respingimenti dei migranti in mare. Rispengimento in mare vuol dire morte per disadratazione o fame, per ipotermia o per naufragio,  e nel caso in cui i natanti ritornino verso i Paesi da cui sono salpati,  i migrati rischiano la tortura se non la morte da parte di autorità che non vogliono farsi carico di questa problematica.
Inoltre i "centri di accoglienza" istituiti dalla Bossi-Fini sono spesso strapieni e obbligano gli extracomunitari a condizioni di vita disumane.


Il presidente della regione Crocetta, invece di battersi politicamente per la modifica della Bossi-Fini,  in un impeto di buonismo, propone nientedimeno che di creare cimiteri con zone diverse a secondo del credo religioso per i cadaveri dei migranti ripescati !



Riguardo alla piaga dei migranti (economici o politici che siano) é chiaro che l'Italia non puo' "farsi carico di tutta la miseria del mondo" e la  posizione geografica quale porta di accesso del Mediterraneo, assieme alla Spagna, ne fanno uno dei principali di arrivo dei "boat people", ma ricordiamoci che siamo membro fondatore dell'Unione Europea, e quindi il governo italiano, adesso europeista e con una  credibilità internazionale ritrovata rispetto a quello Berlusconi  , deve battersi con determinazione nelle sedi UE, esigendo la solidarietà politica, economica e logistica dei nostri partners europei.

Una problematica quantitavimente meno rilevante, ma non meno sensibile,  sono i rifugiati politici che affluiscono in Europa a causa di dittature che mettono a repentaglio la vita dei dissidenti  o peggio,  quando sono in corso guerre civili, come attualmente in Siria o Somalia.
Secondo dati Eurostat Nel 2012 i 27 Paesi dell’Ue hanno “concesso” protezione a 102.705 richiedenti asilo 
Nell’anno, nel nostro Paese le decisioni positive sono state in tutto di 9.270 rifugiati politici.
Nell'Ue l'Italia é  il quinto Paese per accoglienza di  rifugiati politici, dopo Germania con quasi 22.200 , seguita dai 15.300 della Svezia, dai 14.600 del Regno Unito e dai 14.300 della Francia. 
Altra e più vasta problematica riguarda gli immigrati clandestini, nella maggior parte per motivi economici, i quali vanno ad alimentare l'occupazione nell'economia sommersa,  e sono spesso  sfruttati dalla criminalità organizzata.
Se guardiamo alle stime, nel 2008 i primi cinque Paesi per numero complessivo di immigrati irregolari sarebbero: Regno Unito (863 mila), Italia (461 mila), Germania (457 mila), Francia (400 mila) e Spagna (354 mila)

Il problema della migrazione economica si deve risolvere soprattutto aiutando alla fonte i Paese da cui provengono i profughi, evitando che gli aiuti finiscano in mani di leaders corrotti (basti citare il caso Gheddafi a cui Berlusconi ha ceduto a tutti i ricatti o di alcune dittature africane...) , ma a causa della crisi economica in Europa e dei diktatt di bilancio, i fondi destinati dal governo italiano alla cooperazione internazionale sono in diminuzione.    


Secondo la Commissione europea in assenza di un'inversione di marcia, gli aiuti pubblici allo sviluppo italiani potrebbero raggiungere solo lo 0,16% nel 2015, quando invece, in base agli impegni assunti in sede Onu, dovremmo arrivare allo 0,7% del Pil!

Quindi, di fronte agli  attuali e complessi flussi migratori, maggiormente di natura economica, l'Italia non puo' demagogicamente chiudere le proprie frontiere.
Ricordiamoci che l'Italia é confrontata ad un deficit demografico e che senza l'afflusso di manodopera per occupazioni che gli italiani non desiderano più esercitare, come l'assistenza agli anziani, l'agricoltura o anche l'industria nel Nord-Est, interi settori dell'economia italiana avrebbero serie difficoltà.

L'Italia dovrà inoltre trovare di concerto coi propri partner europei soluzioni economiche e politiche di largo respiro riguardo al  fenomeno dell'immigrazione economica, che, a caussa del crescente divario NORD-SUD, rivestirà importanza crescente.

Politici degni di questo nome non debbono sfruttare il populismo, incutendo il timore nella popolazione italiana di un'invasione di orde di straccioni, o rifugiandosi dietro una facile emozione momentanea suscitata dai lutti dei migranti affogati dai Paesi poveri.

Una  politica di immigrazione degna di questo nome, passa, come in altri Paesi occidentali, attraverso un censimento dei posti di lavoro non coperti dalla popolazione nazionale ed una programmazione degli afflussi esterni sulla base della offerta di manodopera.

Da tempo immemorabile la politica italiana NON prevede soluzioni ma esercita un ruolo di pompiere , affannandosi a correre di qua e di là, a secondo le infinite "emergenze" del momento, che si chiamino rifiuti, incendi estivi, migranti..., tenute sempre aperte e che, in quanto gestite come emergenze, favoriscono gli appalti in favore delle Mafie.

Uno stato credibile ed europeo ed una classe politica degna di questo nome, prevedono, programmano ed agiscono, riguardo alle grandi sfide alle quali sarà  confrontato il Paese.
Vedasi a proposito la riflessione che sta portando avanti il governo francese riguardo alle sfide per i prossimi dieci anni http://www.gouvernement.fr/premier-ministre/quelle-france-dans-10-ans-le-gouvernement-lance-une-grande-demarche-prospective
Il futuro del Paese si gioca oggi e l'Italia appare in grave declino.
Abbiamo maledettamente bisogno di una classe politica seria ed onesta che si batta per fare dell'Italia un Paese europeo e moderno!