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jeudi 19 décembre 2013

Gioco d'azzardo, a chi profitta questa piaga?

Nonostante e probabilmente a causa dell'avanzare della crisi,  gli italiani hanno fatto  registrare una crescita esponenziale nel gioco d'azzardo: dai circa 10 miliardi di € spesi nel 2000 si é giunti ad oltre 90 miliardi di € dilapidati nel 2012 per il "gioco legale" (pari all'incirca al 5% del PIL nazionale), a cui vanno aggiunti circa 10 milioni di € di scommesse clandestine.
 Con questi dati l'Italia si attribuisce il triste primato di essere  il secondo Paese al mondo per diffusione di quella "Fabbrica delle illusioni" che é diventato ormai il gioco d'azzardo .
L'Italia é inoltre il primo Paese al mondo per diffusione del "gratta e vinci".
In Italia ci sarebbero 400.000 slot machines, cioé una ogni 150 abitanti, il che la situa al secondo posto al mondo , dopo l'Australia.
Gli italiani che si confrontano con il gioco d'azzardo sarebbero circa 15 milioni, di cui  1.250.000 giovani tra i 15 ed i 19 anni. La cifra delle persone coinvolte dall'inferno che si accompagna al gioco compulsivo va moltiplicata per tre, se si tiene conto dei nuclei familiari confrontati con problemi di indebitamento e violenza.
Secondo una ricerca dell'Eurispes i dipendenti patologici dal gioco d'azzardo (ludopatici)  sarebbero circa 800.000 ed in continua crescita.
I costi sociali e sanitari derivanti per la collettività da queste ludopatie si stimano tra i 5,5 ed i 6,5 milioni di € annui.
Proprio a causa di questi gravi e crescenti costi sociali, anche gli enti locali iniziano a muoversi contro i locali che propongono il gioco d'azzardo, cercando di ridurne gli orari di apertura e stoppare le nuove licenze (vedasi manifesto coluni lombardi http://www.terre.it/upload/documenti/8/85/857/8571.pdf) e la Lombardia ha anche varato all'unanimità  lo scorso  ottobre una legge regionale per combattere la ludopatia ed evitare la proliferazione delle sale di gioco d'azzardo.

Il gioco legale é amministrato dal Monopolio di Stato, che ne affida poi la gestione ad aziende tramite bandi di gara , che si dividono poi questo ricchissimo mercato, che attinge alle tasche dei soggetti meno favoriti della società.
In pratica lo Stato Italiano é diventato biscazziere pur di incassare quei proventi fiscali che "non riesce" a fare propri da parte dei liberi professionisti e lavoratori autonomi!

Sul totale delle scommesse, il 56% viene effettuato presso slot machines e video lotterie, il 16% attraverso giochi online, il 12% col Gratta e Vinci, lil 7% viene dal Lotto, il 4% dalle scommesse sportive, il 2% dal SuperEnalotto, il 2% da Bingo e l'1% dalle scommesse ippiche.

                                       
Dei circa 90 miliardi di € che gli italiani dilapidano presso le società che si dividono la ricca torta dei giochi e delle scommesse, allo Stato, ne arriva mediamente soltanto il 9%, mentre invece la tassazione a titolo di IVA sarà portata al 22%.

Questo pardosso accade soprattutto "grazie" all'azione delle potenti lobbies del settore dei giochi online e delle slot machines: dai giochi introdotti ultimamente come Poker cash e Casino' online, lo Stato italiano incassa soltanto lo 0,6% delle tasse di tutti i giochi d'azzardo, mentre da giochi più "anziani" come il SuperEnalotto l'Erario incassa il 44% delle tasse provenienti dal gioco d'azzardo. 

Al momento le aziende concessionarie di slot e video lottery sono: le maggiori  Lottomatica e Snai, completamente italiane,  vi sono poi la Cirsa Italia di proprietà spagnola, la spagnola Codere Network, Cogetech, G.Matica, Gamenet, Hbg Connex, Intralot Gaming Machines, Videolot Rete, Netwin Italia, Nts Network, Sisal Entertainment. 

Le aziende concessionarie hanno l'obbligo di esercitare la rete telematica e di assicurarne l'operatività. Queste società  incaricano i gestori di installare gli apparecchi - attualmente 400 mila - poi affidati agli esercenti, i locali pubblici dove gli utenti giocano. Le concessionarie hanno il compito di esattori per conto dello Stato, in quanto oltre a incassare il proprio utile, incamerano anche il "Preu", prelievo erariale unico, che poi versano ai Monopoli.

Tuttavia per qualche anno alcune di queste società hanno "dimenticato" di allacciarsi alla rete telematica, impedendo quindi allo stato di incassare il Preu e di effettaure la tassazione delle concessionarie sui proventi incamerati dai giocatori.


A partire dal 2007 la Corte dei Conti del Lazio ha aperto un contenzioso per danno erariale con i dieci concessionari di slot machine, chiedendo un risarcimento stimato inizialmente in 98 miliardi di euro. Il danno é stato appurato  da una inchiesta del Nucleo Speciale Antifrode della Guardia di Finanza, guidata dal generale Umberto Rapetto.

Nel 2012, in primo grado la Corte dei Conti del Lazio ha condannato i concessionari diminuendo il danno a 2,5 miliardi di euro.
La potenza delle lobbies dei giochi d'azzardo é stata confermata dal fatto che nell'agosto 2013, in occasione della riformulazione dell' IMU e relativa sospesione per l'anno 2013, vengono inseriti tra i fondi a copertura del decreto eventuali introiti derivanti dalla chiusura del contenzioso. Tale chiusura prevede un introito compreso tra i 500 milioni e i 700 milioni di euro, corrispondenti soltanto al 30% della sanzione. Per tale soluzione è necessaria però l'adesione spontanea dei concessionari condannati, che al momento non sembrano intenzionati a conciliare e puntano invece sul giudizio di appello ancora pendente, contando evidentemente su potenti "santi in paradiso".

Un dettaglio da non passare sotto silenzio e che potrebbe chiarire perché l'industria dei giochi d'azzardo sia stata blandita anche dall'attuale governo: la fondazione di Enrico Letta VeDro' ha ricevuto finanziamenti da due concessionarie di giochi d'azzardo; un finanziamento di 15.000€ dalla HBG ed un finanziamento di 20.000€ dalla SISAL, presieduta da Augusto Fantozzi, ministro di Romano Prodi.

L'ulltimo eclatante e sconcertante evento, che mostra la potenza del potere di condizianamento del Parlamento da parte delle lobbies del gioco d'azzardo, é l'emendamento della senatrice Chiavaroli approvato il 19 dicembre al Senato col sostegno di PD, Scelta Civica, NCD e GAL , volto a tagliare fondi statali a tuti gli enti locali che ostacolassero l'esercizio del gioco d'azzardo, "ritenuto meritevole di tutela" in quanto  porta fondi all'erario, emendamento contro il quale hanno doverosamente votato contro 5 Stelle, SEL e quattro dissidenti del PD (Pupato, Ricchiuti, Ruta e Vaccari).



Una volta questa notizia diffusa in rete e di fronte all'ampissima indignazione dell'opinione pubblica  nei confronti di uno Stato non solo biscazziere ma che  vuole anche strangolare i soggetti che si oppongono al dilagare del gioco d'azzardo, il governo delle "larghe intese" ha ipocritamente presentato un ordine del giorno che impegna il governo a "rivisitare la legislazione sul gioco d'azzardo".
Ancora una volta dobbiamo ringraziare la mobilitazione generale sui social network e sulla stampa alternativa  contro uno Stato biscazziere ed ipocrita, che sfrutta i cittadini ludopatici, col sostegno  di troppi eletti politici, controllati e foraggiati dalle oscure lobbies del gioco d'azzardo.