samedi 31 mai 2014

Grillo bifronte sceglie x M5S l'alleanza col misogino, xenofobo e nuclearista Farage piuttosto che i progressisti verdi europei

La scelta di Grillo di fare aderire il Movimento Cinque Stelle al gruppo politico all'Europarlamento dell'euroscettico, xenofobo e nuclearista Farage, leader dell'UKIP, sta suscitando i malumori della rete, tra cui due notevoli attivisti del Movimento 5 stelle, Ferdinando Imposimato https://www.facebook.com/notes/ferdinando-imposimato/impossibile-accordo-m5s-farage/10152415033930750 
e Angelo Consoli Direttore del team europeo dell'ambientalista Rifkin,



Nel programma dei Verdi europei, troviamo un progetto  progressista, incentrato si sull'ambiente, ma anche con altissima attenzione all'ECONOMIA, ai DIRITTI SOCIALI e DEMOCRATICI , alla SOLIDARIETA, includendovi anche i diritti degli IMMIGRATI 
  • Riforme economiche e sociali per rendere lo sviluppo sostenibile sia per gli essere umani che per la natura;
  • un processo democratico che colleghi il COMMERCIO , la SICUREZZA , le QUESTIONI ECONOMICHE e SOCIALI con l'ambiente, la CULTURA ed i DIRITTI DEMOCRATICI;
  • elevati standards ecologici , SOCIALI e DEMOCRATICI per garantire la QUALITA' della VITA;
  • SOLIDARIETA', DIRITTI UMANI e CIVILI per tutti, includendo le persone che provengono dai paesi al di fuori dell'UE;
  • una POLITICA ESTERA volta a risolvere i problemi con mezzi pacifici, piuttosto che con la forza militare;
  • strutture migliorate x la partecipazione democratica nel processo di decisione politica, inglobandovi le ONG, i sindacati, i cittadini e le autorità civili a tutti i livelli, con misure per garantire la PARTECIPAZIONE PARITARIA delle DONNE;
  • PARITA' nei DIRITTI e nelle OPPORTUITA', nel rispetto della DIVERSITA culturale e linguistica;
  • una politica di occupazione e di ridistribuzione del LAVORO, con particolare attenzione alle questione di GENERE, per porre fine all'attuale squilibrata divisione del lavoro e dividere in modo più equo la carica di lavoro tra uomini e donne, assicurando che le donne possano prendere parte sia nel mercato del lavoro che nella vita politica.


Viene il dubbio che Grillo non voglia fare un'alleanza coi Verdi europei perché non condivide affatto il progetto per un'Europa  verde e sostenibile, e soprattutto per un'Europa che sia paritaria tra uomini e donne, sul lavoro e nella politica,  un'Europa solidale e rispettosa dei diritti civili, anche degli immigrati.

Insomma viene il dubbio che Grillo, di cui erano già note le tendenze anti immigrati (vedi la sua posizione volta a non abolire il reato di immigrazione clandestina) volendosi alleare col misogino, populista, xenofobo, nuclearista ed anti-rinnovabili, ed ex operatore della City, Farage, rigetti troppi dei valori fondatori del Movimento 5 stelle (energie rinnovabili, risparmio energetico, eliminazione degli inceneritori, uno vale uno, parità dei sessi, moralizzazione della finanza...)



Ma di questo, gli attivisti che voteranno stasera sul server di Casaleggio, ma solamente riguardo all'alleanza con l'UKIP, e non con altri schieramenti progressisti e politicamente più vicini al M5Stelle, come i Verdi europei o la lista Tsipras, ne sono stati informati correttamente?

mardi 27 mai 2014

Europarlamento più euroscettico e più spostato a destra, ma dove continueranno a decidere gli schieramenti tradizionali

L'affluenza media al voto nell'UE  per il Parlamento Europeo é stata del 43%, stoppando per la prima volta  la regressione dei votanti, anche se in Italia l'affluenza, pur in discesa,  é  ancora al 59%.

I quattro principali gruppi politici  (i democristiani del PPE con 213 seggi, i socialisti di S&D con 189 seggi, in cui il PD con 31 seggi, sarà il principale partito, i liberali dell'ALDE con 64 seggi, i Verdi con 52 seggi ed i conservatori riformisti di ECR con 46 seggi) pur mantenendo la loro leadership e rappresentando i tre quarti dei suffraggi espressi, perdono consensi e seggi rispetto al Parlamento uscente.



Gli equilibri nel Parlamento Europeo per la Presidenza alla Commissione UE
Seguendo la nuova procedura di voto per la presidenza della Commissione europea prevista dal Trattato di Lisbona, il lussemburghese Junker candidato del PPE, primo gruppo politico uscito dalle urne, reclama l'incarico a Presidente della Commissione UE. Junkers avrà pero' bisogno di almeno la metà  dei 751 membri del PE  perché la sua candidatura possa essere proposta al Consiglio UE, che dovrà approvarla a maggioranza qualificata.
Junkers dovrà quindi trovare un compromesso programmatico o coi socialisti di Schulz, oppure  con una più improbabile  coalizione con i liberali di Guy Verhofstadt, i verdi di Bové, i conservatori-riformisti dell'ECR e l'estrema sinistra della GUE di Tsipras.

Le forze euroscettiche
I seggi persi dai quattro principali gruppi politici sono andati a vantaggio dei partiti euroscettici, anti-euro e dell'estrema destra, che dovrebbero totalizzare di 140 seggi.
Come maggior forza euroscettica, antieuro e xenofoba si afferma al Parlamento europeo il Front National di Marine Le Pen in Francia, arrivato primo con quasi il 25% dei suffraggi e 24 seggi.
Nel Regno Unito si afferma come primo partito l'independentista UKIP di Nigel Farage, con quasi il 27% dei voti ed anch'esso con 24 seggi.
In Italia il Movimento 5 stelle, che ha nel suo programmo il referendum sull'uscita dall'euro, ha avuto il 21,15% dei voti e sbarca all'Europarlamento con 17 seggi.
La Lega Nord, partito anti euro e xenofobo, col 6,15% dei voti si aggiudica 5 seggi.






L'importanza dei gruppi parlamentari al PE
Per contare al Parlamento Europeo é essenziale che gli eletti aderiscano ad un gruppo politico, (che deve essere costituito da almeno 25 europarlamentari provenienti da almeno 7 stati membri) invece di restare tra i "non iscritti" o i "non apparentati",  perché l'appartenenza ad un gruppo politico conferisce più risorse economiche, garantisce maggior tempo di parola e  maggiore influenza, in quanto i gruppi politici partecipano alla Conferenza dei Presidenti che decide l'ordine del giorno delle Assemblee plenarie.

Il front National di Marine Le Pen cerca di  aggregare la destra estrema ma "presentabile"



Proprio per questo Marine Le Pen si sta sforzando di costituire un gruppo euroscettico al Parlamento Europeo.
In passato aveva già corteggiato Grillo che aveva declinato.
Neanche Farage dell'UKIP né il Partito popolare danese sembrano propensi a formare un gruppo con il Front National, perché lo trovano troppo estremista.
D'altro canto, il Front National teme che associarsi in un gruppo parlamentare coi neonazisti di Alba dorata in Grecia (3 seggi) o col  partito ungherese ultranzionalista Jobbik (che ottiene 3 seggi) lo qualificherebbero come estremista e maggiormente infrequentabile.
E' più probabile che il Front national di Marine Le Pen riesca nell'impresa costituendo un gruppo politico con gli anti-euro tedeschi dell'AFD (7 seggi), con la Lega Nord (5 seggi), coll'olandese PVV di Gert Wildeers ( 4 seggi) , con l'austriaco FPÖ (4 seggi), coi democratici svedesi dell' SD (2 seggi), coi Veri Finlandesi (2 seggi) e e col belga Vlaams Belang (sceso ad un solo seggio).

Un gruppo politico col Movimento 5 stelle? Visto che Farage non si alleerà con il Front National, ma che ha necessità di capitanare un  gruppo politico, interrogato a proposito a Bruxelles, ha ribadito il suo interesse a costituire un gruppo politico con Grillo.
Grillo sembra propenso ad accettare l'invito a fare gruppo politico con Farage perché il Movimento 5 Stelle, dopo i non entusiasmanti risultati elettorali, ha molto bisogno di visibilità politica.

E gli euroscettici di sinistra?


Nel panorama del Parlamento euroscettico, é  in crescita, con 42 eletti, lo schieramento politico della sinistra che si batte contro l'austerità di bilancio e l'iperliberilsmo, che hanno dominato sinora le politiche europee. Il gruppo della Sinistra europea unita (GUE) , cresce grazie al successo della lista Syriza di Tsipras, primo partito in Grecia, e vi dovrebbero aderire, salvo sorprese, i tre eletti della lista italiana Tsipras per l'Europa.

Dovrebbe restare scarsa l'influenza politica nel PE di euroscettici e dell' estrema destra
Nonostante l'indubbio segnale politico dell'affermazione degli euroscettici e dell'estrema destra in quasi tutti i Paesi dell'UE, la loro influenza legislativa al Parlamento europeo dovrebbe rimanere insignificante. Infatti, anche se estrema destra ed euroscettici riusciranno a costituirsi almeno in due gruppi politici (attorno al FN ed all'UKIP) sulla cui tenuta nel lungo periodo vi sarà da scommettere, gli altri gruppi politici (PPE, S&D, ALDE, Verdi, ECR)  che detengono il 75% dei seggi, erigeranno probabilente un "cordone sanitario", volto ad evitare qualsiasi contaminazione in termini di voto con euroscettici ed estrema destra.

mercredi 30 avril 2014

Col razzismo non si deve scherzare, neanche in Italia!

Per le frasi razziste proferite dal presidente della squadra di basket Clippers di Los Angeles, Donald Sterling, alla propria fidanzata, la National Basket Association lo espelle a vita dal basket e gli commina una multa di 2,5 milioni di dollari.


In Italia invece non passa un giorno senza che personaggi politici di statura nazionale come Calderoli , Borghezio, Bossi, Salvini, Magdi Allam, inveiscano o ironizzino con battute, vignette o trovate pubblicitarie (il "maiale day" di Calderoli contro le moschee)  più che discutibili contro immigrati , rom, africani, musulmani o richiedenti di asilo.

Questa deriva italiana  é stata anche stigmatizzata da un rapporto del Consiglio di Europa del 2012http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/Library/PressReleases/99-21_02_2012_Italy_it.asp#TopOfPage

Spesso i procedimenti contro politici che proferiscono frasi razziste vengono archiviati, come é successo a Stiffoni, in quanto parlamentari.

Il paradosso é che queste derive razziste, invece di essere stigmatizzate dall'opinione pubblica e dai media italiani, fruttano ai politici che le proferiscono migliaia di voti!

Sarebbe ora che in Italia  i reati razzisti non possano più essere coperti dall'immunità parlamentare e che si inizino campagne educative sull'immigrazione, ricordando, ad esempio, che all'inizio del ventesimo secolo, gli immigrati in cerca di un futuro migliore erano proprio gli italiani.

Anche il recente esempio mediatico del calciatore Dani Alves, che mangia con ironia la banana gettatagli da un tifoso razzista, non puo' che sensibilizzare alla tematica il pubblico degli stadi, una parte del quale si é troppo spesso  "distinto", anche in Italia,  per gesti di discriminazione razziale!







mercredi 23 avril 2014

Quando anche una vignetta puo' essere odiosa

https://twitter.com/magdicristiano/status/457890377102393344/photo/1

Magdi Allam ha pubblicato una vignetta di Marcello Sartori in cui si vedono diversi immigrati in attesa di entrare in Italia (tutti con pelle rigorosamente non bianca ed alcune donne con la burka) ed una bambina con sospette pustule rosse sulla pelle, che dice di chiamarsi Ebola al giornalista che la intervista.

Anche se si tratta di una vignetta, il messaggio anti immigrati e razzista appare chiaro!
 Politicamente più che scorretto strumentalizzare le disgrazie del continente africano spargendo anche allarmi infondati, quando il sito del Ministero della Salute ed un esimio virologo stabiliscono che in Italia non vi é alcun allarme relativo al virus Ebola http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1547
http://www.scientificast.it/2014/04/17/giovanni-maga-virologo-del-cnr-risponde-su-ebola/
Sarebbe interessante sapere cosa pensa l'UNAR, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali di questa triste vignetta...
http://www.unar.it/unar/portal/?tag=antirazzismo

Aggiornamento di Agosto 2014 : l'Ordine nazionale dei giornalisti ha deciso di sottoporre Magdi Allam a processo disciplinare perché i suoi scritti risultano antislamisti http://www.giornalettismo.com/archives/1590567/lordine-dei-giornalisti-contro-magdi-allam-islamofobo/

dimanche 13 avril 2014

Processo penale efficace: termini di prescrizione congelati al rinvio a giudizio e 2 gradi di processo

La durata media dei processi penali in Italia (tra primo grado, appello e Cassazione) nel 2011 é stata di 4 anni e 47 giorni.
Sono naturalmente gli indagati ricchi e potenti a poter beneficiare degli appigli del nostro sistema giuridico che vanta, tra i pochi al mondo,  ben tre gradi di giudizio.



Inoltre, più si allungano i tempi del giudizio, maggiormente incombono gli stretti  termini di prescrizione dei reati, che in Italia non si congelano neanche a procedimento penale iniziato.

Il legislatore con la legge 5/12/2005 N°251 detta ex-Cirielli (perché il primo firmatario vi ritiro' la firma) ha inoltre accorciato i termini di prescrizione.  Inoltre viene introdotta una  discutibile, ai sensi dei principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza, differenziazione della  prescrizione in base al profilo penale dell'imputato, con termini di prescrizione più lunghi per i recidivi e più brevi per gli incensurati. 
Tale differenziazione porta all'abberazione che un processo per  una truffa di svariati milioni di euro da parte di un incensurato possa estinguersi, mentre il processo per una truffa di importo irrisorio, ma a carico di un pregiudicato, vada avanti.




L'effetto della ex-Cirielli é stato che i processi penali conclusi con sentenza di non luogo a procedere per prescrizione dei termini sono passati da 56.486 nel 1996 a 206.000 nel 2003, quadruplicando.

Praticamente l'effetto abberrante della ex-Cirielli, che accorcia i termini di prescrizione, ma non provvede minimamente a migliorare il funzionamento della giustizia, é stato di sancire un regime di impunità per i delitti più gravi, i cui processi vengono estinti quando compiuti da incensurati.

Guardando a due processi emblematici recenti, abbiamo la condanna di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset per frode fiscale e quella di Marcello dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il rinvio a giudizio per frode fiscale di 7,3 milioni di € per Berlusconi é datato 22 aprile 2005 e, a causa del giudizio di primo grado, del processo di appello e di quello in Cassazione, la sentenza definitiva della Cassazione a 4 anni di detenzione (diminuita di tre anni per l'indulto del 2006) ed a due anni di interdizione dai pubblici uffici, arriva soltanto il 1° Agosto 2013, cioé più di otto anni dopo!

Nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Marcello dell'Utri il rinvio a giudizio é di ottobre 1996 e dopo un primo annullamento da parte della Cassazione (9 marzo 2012) della sentenza della corte di appello di Palermo (29 giugno 2010) che lo condannava a 7 anni di carcere soltanto per i fatti commessi fino al 1992,  la nuova sentenza della corte di appello di Palermo del 25 marzo 2013 conferma la pena di sette anni di reclusione. Il verdetto finale  della Cassazione é atteso nei prossimi giorni, cioé quasi 17 anni dopo il rinvio a giudizio!

Non ha senso che la sentenza di assoluzione o la condanna, con l'irrogazione di una pena, intervengano dopo troppo tempo dal compimento del (presunto) reato, altrimenti il deterrente della pena rischia di essere vanificato. 
Inoltre una durata dilatata negli anni su cosi' tanti gradi di processo finisce col rendere nebulosi i ricordi dei testimoni e puo' dare agli imputati  la possibilità di organizzare meglio la loro fuga, e qui i casi notori non mancano, da Amanda Knox a Marcello dell'Utri.




Infine, i processi che si chiudono con la prescrizione sono una sconfitta per lo Stato, che non riesce a determinare le responsabilità, per le vittime, che non vedono riconosciuti i loro diritti a riparazione e per  l'innocente, che ha interesse che la propria assoluzione venga determinata in giudizio.

Le ricette per un processo penale efficace, sostenibile ed equo, dovrebbero prevedere termini di prescrizione che si congelano con il rinvio a giudizio  ed un giudizio penale che si "contenti" di due soli gradi di gradi di giudizio, come negli altri Paesi europei.

Ma il legislatore italiano, con una lunga tradizione "garantista", affronterà mai una riforma che rischi di far funzionare finalmente la giustizia penale?

jeudi 10 avril 2014

Il giallo della candidatura di Sonia Alfano alle europee nel PD

Che Sonia Alfano non sia un politico facile da "gestire" é cosa risaputa per chi la segue.


E' la figlia del giornalista Beppe Alfano, ucciso dalla mafia di Barcellona Pozzo di Gotto e lei le Mafie le ha sempre combattute, tanto da ricevere diverse minaccie ed essere costretta a vivere sotto scorta.
L'inizio della notorietà politica l'ha avuta con Beppe Grillo, col quale é stata candidata nel 2008 per la Presidenza della regione siciliana ricevendo quasi 70.000 preferenze.  Successivamente Sonia Alfano si é distanziata da Beppe Grillo, probabilmente a seguito di contrasti riguardanti la richiesta di fare gestire il suo sito dalla Casaleggio.
Di Pietro l'ha candidata come indipendente alle europee nel 2009, presentandola in tutte le circoscrizioni ed é stata eletta con un totale di 165.000 preferenze.
Ma la sua crescente attività antimafia e notorietà anche in seno al PE, con l'approvazione nell'ottobre 2011 della relazione sul contrasto al crimine organizzato e la nomina nell'aprile 2012 a Presidente della nuova Commissione Antimafia CRIM, da lei creata,  finisce per fare ombra all'IDV ed al suo Presidente, tant'é che il  nome di Sonia Alfano viene rimosso dal sito del partito.
In vista delle elezioni di fine maggio per il rinnovo del Parlamento europeo la si era data per candidata nela lista Tsiparas, ma qualcuno nel comitato dei garanti (Gallino, Camilleri, Flores d'Arcais, Revelli, Spinelli, Viale) si sarebbe posizionato contro la sua candidatura, tanto da portare Camilleri a dimettersi da questo comitato.
Il 5 aprile  il responsabile della comunicazione del PD, Francesco Nicodemo, avevava annunciato su Twitter (vedi foto sotto)  la disponibiltà di Sonia Alfano o a candidarsi nel PD e questa rispondeva  con entusiasmo.


Questa candidatura di Sonia Alfano nel PD aveva sorpreso più di una persona.
Infatti il PD appoggia la posizione del Presidente Napolitano , che ha sempre smentito l'esistenza di una trattativa Stato-mafia.
Invece Sonia Alfano, assieme al Movimento Agende Rosse capitanato da Salvatore Borsellino,  é una delle punte di lancia nella denuncia di questa trattativa, arrivando anche a chiedere l'impeachment di Napolitano per le sue interferenze nel caso delle intercettazioni telefoniche con Mancino.
La candidatura di Sonia Alfano, pur essendo appoggiata da Ferrandelli, indipendente eletto nel PD siciliano e dal renziano Faraone,  ha suscitato malumori nell'establishment siciliano del PD,  tant'é che il segretario del PD regionale, Fausto Raciti , ne ha escluso la messa in lista per le europee.
La direzione del PD  del 9 aprile, all'unanimità ,  non ha ripreso il nome di Sonia Alfano tra i candidati al Parlamento Europeo.
Come spiegare questo improvviso voltafaccia del partito guidato da Renzi, a cui Sonia Alfano sembrava gradita?

Dal tweet del segretario del PD di Bruxelles, Francesco Cerasani, (vedi foto sopra)  che segnalava la "pericolosità"  della possibile candidata si potrebbe dedurre che, più dell'ostilità del segretario PD siciliano,  siano stati i ripetuti attacchi  di Sonia Alfano al Presidente Napoletano  a valerle l'esclusione dalle liste nel PD.