jeudi 4 décembre 2014

Le nostre prigioni

Dostoievsky scriveva, per aver  ben conosciuto le carceri zariste, che "il grado di civiltà di  una società si misura dalle sue prigioni".

L'articolo 27 della nostra Costituzione recita "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato".




Cosa dedurre allora dallo stato delle prigioni italiane, con una popolazione carceraria in crescita nel tempo, con 64323 detenuti,  di cui il 35% non sono italiani, rispetto ad una capienza di 47668 posti, ed in cui i detenuti sono costretti a stiparsi in otto dentro celle previste per quattro o per due, senza acqua calda ed aria a sufficicienza, dove si muore per suicidio o per pestaggi e dove sono all'ordine del giorno le situazioni di disagio ed i conseguenti atti di autolesionismo?



Secondo i dati del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria sul sovraffollamento delle carceri, con un tasso, a gennaio 2014, di 129 persone per 100 posti disponibili, l'Italia ricopre il poco invidiabile posto di terz'ultima tra 47 Paesi ,europei, dove soltanto la Serbia e la Grecia conoscono una situazione peggiore!

Per lo stato delle proprie carceri l'Italia é stata condannata l'8 gennaio 2013 dalla Corte Europea dei Diritti Umani a risarcire pecuniariamente i detenuti del carcere di Busto Arsizio e di Piacenza  costretti a convivere in tre metri quadri a testa.

La principale causa del sovraffollamento carcerario é dovuta al ricorso eccessivo da parte della magistratura dello strumento della "carcerazione preventiva". 

Le misure alternative alla detenzione (affidamento ai servizi sociali, semilibertà, arresti domiciliari) vengono concesse soltanto al 36% dei detenuti italiani, mentre questa media si eleva al 75% per paesi come la Francia o il Regno Unito.
Le misure alternative alla detenzione hanno il pregio di ridurre sensibilmente i costi per lo Stato, ed abbassano inoltre dappertutto il tasso di recidiva.

Riguardo alla rieducazione, riabilitazione e reinserimento dei carcerati, le statistiche italiane sono desolanti! 
In effetti, a giugno 2012 erano iscritti a corsi scolastici soltanto il 23,9% dei detenuti (di cui appena il 42,9 % ha superato con successo gli esami finali). A dicembre 2012 soltanto il 3% dei detenuti aveva terminato con successo una formazione professionale e soltanto il 21% dei detenuti esercitava un qualsiasi lavoro.

Di fronte a queste cifre disarmanti appare evidente come il tasso di recidiva non possa che essere elevatissimo, del 68,5% (dati del 2007) per i detenuti , mentre la recidiva si abbassa al 19% per coloro che hanno sperimentato pene alternative


L'Italia dovrebbe ispirarsi al migliore sistema carcerario in Europa, quello norvergese, improntato al reinserimento e che comporta un trattamento umano dei detenuti in locali adeguati, prevedendo la loro valorizzazione morale e materiale, attraverso un'attività lavorativa retribuita, l'uso di sale sportive, una convivenza ottimale tra detenuti e secondini (non armati), che prendono i pasti insieme e la possibilità di visite ai detenuti da parte delle famiglie, che possono pernottare in apposite strutture indipendenti dallo stabilimento penitenziario.




Con questi trattamenti la Norvegia riesce ad abbassare la percentuale della recidiva ad una percentuale compresa tra il 16 ed il 20% nei due anni che seguono la scarcerazione.

Di fronte alle cifre sovraesposte é evidente che il funzionamento del sistema carcerario italiano vada rivisto per i condannati a reati diversi da quelli mafiosi o di appartenenza a reti delinquenziali ad alta pericolosità (come quelle terroriste), con un maggior ricorso alle pene alternative, al lavoro in carcere e fuori dal carcere, che permette ai condannati la possibilità di un'autentica reinserzione sociale, una volta scontata la pena. 
Un'altra misura per sfoltire la popolazione dei condannati stranieri é la concretizzazione della possibilità di scontare la pena nei loro Paesi di origine, come previsto da convenzioni bilaterali firmate con l'Italia.




Quale ministro della giustizia italiano avrà finalmente  il coraggio di introdurre una riforma carceraria organica e degna di un Paese civile, invece di fare ricorso a controproduttivi indulti ed amniste, che, al solo fine di svuotare le carceri, rimettono in circolazione individui che non hanno effettuato nessun percorso rieducativo e di reinserzione sociale e che ritorneranno quindi di nuovo a delinquere e verosimilmente in prigione?


samedi 29 novembre 2014

Perché non potremo mai unirci ai cori razzisti o omofobi

Confesso di esseremi spesso vergognato di essere italiano in questi ultimi anni.
Questo succede quando vedo il mio Paese ricadere nel solito tunnel dell'esclusione del diverso, scenario già conosciuto nel ventennio fascista ed ultimamente in quello berlusconiano.

Questi periodi storici sono rusciti a tirare fuori il peggio dagli "italiani brava gente" contro i diversi, che lo siano per il colore della pelle, per la religione professata o per l'orientamento sessuale.

Purtoppo questo triste andazzo continua!
 E' ormai diventato uno sport nazionale inveire contro gli immigrati, che "non condividono i nostri valori cristiani" o "che rubano il lavoro agli italiani", per non passare sotto silenzio i cori razzisti negli stadi contro giocatori di colore, le invettive contro la ministra di colore Kyienge e gli innumerevoli casi di bullismo, di discriminazione ed anche purtroppo di pestaggi contro persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e trasgender).




Ricordiamo che il nazismo prese il sopravvento nel 1933 in una Germania rovinata dalla grave crisi economica del 1929.

Anche oggi l'Europa, in preda ad una forte disoccupazione ed alle onde lunghe della crisi economica- finanziaria del 2008, ha visto la rapida ascesa di svariati partiti anti-europei ed anti-immigrati:
il francese Front National, in mano a Marine le Pen, accreditato, col 26%, come primo partito alle presidenziali del 2017; lo Jobbik Ungherese che ha riscosso alle recenti europee quasi il 15% dei suffraggi; la neonazista Alba dorata in Grecia; l'olandese Partito della libertà di Geert Wilders, aspramente anti islamico; il partito del popolo danese, che ha riscosso alle europee il 27% dei suffraggi.
Dulcis in fundo i nostrani Lega Nord, portata al governo da Forza Italia ai tempi di Umberto Bossi, ora in mano a Salvini, che vuole presentarsi anche nel Mezzogiorno e viaggia nei sondaggi di nuovo oltre l'11% e Fratelli d'Italia che, insieme ad AN, si attesterebbe appena sotto il 3%.

Questi partiti hanno il tratto comune di rivolgersi ad un elettorato poco istruito e facilmente influenzabile, di pescare nel torbido, soffiando sull'odio razziale, e spesso  anche sull'omofobia, alimentando guerre contro i "diversi" e tra i "poveri di casa nostra" e gli immigrati.

Tuttavia in Francia, in Svezia ed anche in passato in Belgio, i partiti democratici hanno sempre fatto blocco contro i partiti xenofobi, stendendo un "cordone sanitario" nei loro confronti e decindendo a priori di non allearsi con loro al governo.

Invece in Italia questo "cordone sanitario" non é stato mai posto e la Lega ha governato con Forza Italia, senza destare alcuno scandalo, salvo in sede UE.
Ora che Forza Italia é in declino, la Lega, co Salvini, e Fratelli d'Italia con la Meloni e Magdi Allam, sono di nuovo sulla breccia dell'onda.

Il nostro auspicio é di ricevere rassicurazioni sulla creazione di un "cordone sanitario" nei confronti dei partiti xenofobi ed omofobi da parte dei partiti italiani che si impegnerebbero, in questo modo anche nei fatti, a favore di uno Stato e di istituzioni democratiche !


Invece di lasciarci abbindolare da "crociate" contro facili capri espiatori, dovremmo ispirarci a società in cui la diversità etnica e dei costumi é considerata una ricchezza, dove la diversità contribuisce alla crescita economica e civile di tutto un Paese  e dove l'orientamento sessuale, almeno in questi ultimi decenni, non ha inficiato il successo di una carriera.
Basti pensare agli Stati Uniti d'America, in cui italiani, irlandesi ed ebrei ne hanno costituito la spina dorsale, alimentando le fila della classe imprenditoriale, politica o artistica, che si chiamino Rotschild, Kennedy, Cimino o Coppola, che siano etero od omosessuali ed in cui, Barak Obama, una persona di colore, é infine stata eletta alla massima carica della nazione.


In diversi Paesi europei tantissime persone di altre nazionalità o etnie sono integrate e costituiscono un esempio, come gli innumerevoli presentatori o presentatrici televisivi che conducono in Francia o nel Regno Unito. Basti ricordare il rimpianto Komla Dumor alla BBC International o Harri Roselmack a TF1.
Alla stessa BBC International, non siamo discriminati , visto che un'italiana, Daniela Ritorto, é anchor woman.



Che bel segnale di integrazione sarebbe per l'Italia avere giornalisti di colore o meticci come presentatori nei telegiornali a diffusione nazionale ed in prime time!

Sarebbe ora che seguissimo tutti l'incoraggiamento di Martin Luter King: "Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato la semplice arte di vivere come fratelli"

#isoliamoirazzisti

#isoliamogliomofobi





mardi 16 septembre 2014

Chi vuole morire per l'Ucraina?

L'accordo di associazione UE-Ucraina
Oggi é stato ratificato dal Parlamento europeo e dal Parlamento ucraino l'accordo di associazione UE-Ucraina, accordo che l'ex presidente Yanukovich, a seguito delle pressioni russe, aveva rifiutato di firmare nel novembre 2013.



La mancata firma dell'accordo di associazione é stata alla base della rivolta ed ai morti di EuroMaidan del febbraio  2014, che aveva portato all'allontanamento dal potere di Yanukovich ed alla  formazione di un nuovo governo provvisorio filo-occidentale con alla testa Arseniy Yatsenyuk, non riconosciuto dalla Russia, che ha firmato l'accordo di associazione con l'UE ma che ha anche votato l'abolizione dell'uso ufficiale della lingua russa nel Paese.


La violazione del Memorandum di Budapest da parte dell'orso russo di fronte alle minacce di un' UE e di una NATO alle proprie porte 
 La Russia, sentitasi minacciata economicamente e politicamente dal riavvicinamento dell'Ucraina all'occidente ed all'UE, ha reagito con la forza,  accendendo la più grave crisi in Europa dalla seconda guerra mondiale, invadendo ed annettendo la Crimea praticamente senza sparare un colpo, e sostenendo l'insurrezione e  la secessione nelle provincie orientali di Donetsk e di Luhansk.

Il conflitto, tutt'ora in atto, nonostante un cessate il fuoco del 5 settembre, ha provocato diverse migliaia di morti di militari da ambo le parti, migliaia di morti civili ed oltre un milione di profughi attraverso l'Ucraina e la Russia .

Dal punto di vista giuridico ed internazionale é necessario ricordare il Memorandum di Budapest, firmato il 5 dicembre 1994, in base al quale, in cambio dello smantellamento degli armamenti atomici ereditati dall'URSS e distrutti in Russia,  e dell'adesione dell'Ucraina al trattato di non proliferazione nucleare, l'Ucraina ottiene dagli USA, Regno Unito e Russia formali garanzie sulla propria sicurezza, la propria indipendenza e la propria integrità territoriale.

Questo accordo é stato violato con l'annessione russa della Crimea, e con il sostegno russo alle milizie secessioniste nell'est dell'Ucraina, anche se la Russia ha sempre formalmente smentito di avere truppe sul territorio orientale Ucraino.


Escalation tra sanzioni e contro-sanzioni
In rappresaglia all'annessione della Crimea, gli USA e l'UE hanno adottato sanzioni progressive, che prevedono il divieto di spostamento sul loro territorio ed il gelo dei beni di di diverse autorità russe, nonché misure contro gli interessi delle banche ed il settore  petrolifero russo, inasprite dopo l'abbattimento il 17 luglio 2014 del jet della Malaysia airways  .

A queste sanzioni la Russia ha reagito con contro sanzioni che hanno colpito i prodotti ortofrutticoli, lattiero-caseari, a base di carne ed ittici in provenienza dell'UE e degli Stati Uniti.

Il gelo dell'accordo di libero scambio UE-Ucraina
Tuttavia l'accordo di associazione UE-Ucraina vede il giorno senza l'entrata in vigore del parallelo accordo di libero scambio, la cui entrata in vigore é stata rimandata al 2016.
Questo per non inasprire il conflitto con Mosca che con questo accordo vedrebbe i prodotti in provenienza dell'UE preferiti ad i propri in Ucraina e rischierebbe di vedere arrivare prodotti europei, attraverso l'Ucraina,  anche sui propri mercati.
Durante questo periodo di "stand still" l'UE applicherà dazi molto ridotti a certi prodotti ucraini, mentre Kiev potrà continuare a prelevare dazi doganali sui prodotti in provenienza dell'UE.

Questo periodo potrebbe anche essere benefico per l'Ucraina, se le autorità ucraine miglioreranno la competitività della propria economia, ancora largamente dipendente dall'interscambio con Mosca, eliminando anche le larghe sacche di corruzione che ne frenano lo sviluppo, prima di dovere fare entrare prodotti dall'UE liberi da dazi doganali.

In parallelo, sul piano interno l'Ucraina, ha oggi votato due leggi complementari all'accordo del cassate il fuoco, relative alle provincie orientali: una che accorda maggiore autonomia a queste provincie per un periodo triennale, compresa la nomina delle autorità giudiziarie locali e delle forze di polizia e che prepara elezioni locali per il mese di novembre ed un'altra legge, che accorda un'amnistia alle forze coinvolte nel conflitto , purché non colpevoli di assassinio, terrorismo, sabotaggio o di aver cercato di uccidere forze ucraine.

Conclusione
La prova di forza lanciata da Mosca in Ucraina sembra, per il momento, aver prodotto i propri effetti, perché Kiev, alla luce delle disfatte militari nelle  regioni orientali in mano ai separatisti, ha accordato uno statuto speciale alle proprie provincie orientali ed é stata ritardata l'entrata in vigore delle misure commerciali dell'accordo di libero scambio UE-Ucraina, sgradito a Mosca.

Anche un'eventuale richiesta dell'Ucraina di aderire alla NATO come membro a statuto pieno non ha una prospettiva di essere accettata, perché significherebbe un passo verso un conflitto NATO-Russia, in quanto  la Russia ha sempre fatto presente che considererebbe un Ucraina aderente alla NATO come una minaccia alla propria sicurezza.

Inoltre, al di là del sostegno verbale della NATO a Kiev, appare chiaro che dal lato atlantico non vi sia nessuna volontà politica di andare a combattere una guerra in Ucraina e  vedere i propri soldati morire per un governo che non ha saputo accordare al momento opportuno l'autonomia alle proprie regioni orientali e non ha tenuto conto della situazione geo-politica, nettamente in favore della potenza nucleare russa.

Inoltre, dietro un'apparente facciata di unità, i 28 dell'UE sono profondamente divisi riguardo alla politica di fermezza nei confronti della Russia, con da una parte, i falchi delle tre repubbliche baltiche (membri della NATO ma praticamente molto sguarnite ad un'eventuale offensiva militare russa) e la Polonia e dall'altra le colombe, guidate da Germania e Francia, che avrebbero tutto da perdere da un inasprirsi della crisi, a causa dei  forti legami commerciali che hanno con la Russia (ricordiamo a proposito il contratto tra Francia e Russia per la fornitura di diverse navi portaelicotteri della classe Mistral).

Da questa crisi ucraina emerge come la Russia,  abbia ben saputo sfruttare la situazione di fatto esistente, derivante da legami economici storici con l'Ucraina ed  abbia ben preparato in anticipo le carte militari da giocare sul tavolo, mentre l'UE e gli Stati Uniti sembrano essere stati sopraffatti dagli avvenimenti sul terreno, oltre a mostrare la propria debolezza negoziale, in quanto privi di contropartite economiche interessanti da offrire all'Ucraina.


lundi 8 septembre 2014

Intervista a L'INDRO su petizione per matrimonio omosex in Italia

Intervista di Marinella Zetti a Giuseppe Fiamingo, promotore dell'iniziativa
Sposato, con due figli, perché Giuseppe Fiamingo dovrebbe interessarsi ai diritti delle persone Lgbt? 
Eppure lo ha fatto, ha preparato una petizione, indirizzata direttamente a Matteo Renzi, chiedendo di approvare anche in Italia il matrimonio per le coppie omosex.
«L'articolo 3 della Costituzione prevede che non sono ammesse discriminazioni tra i cittadini, tra l'altro, anche alla luce del sesso. Invece attualmente non è possibile a cittadini dello stesso sesso contrarre matrimonio civile e ciò provoca una discriminazione di questi rispetto ai cittadini che hanno contratto matrimonio civile. »
Così inizia il documento di Fiammingo, nato a Catania, ma che si definisce ‘cittadino del mondo’, e vive in Belgio dal 1984. Spinto alla fine degli anni 70 a studiare all’estero da una madre antesignana, dopo aver frequentato l'università Bocconi a Milano, ha lavorato in Belgio nella consulenza in settori attinenti all'attività dell'Unione europea, in particolare agricoltura ed agro-industria».

Vale la pena ricordare che oggi il matrimonio tra persone omosex è legale in 17 Paesi nel Mondo: il primo nel 2000 è stato l’Olanda e l’ultimo, lo scorso giugno, il Lussemburgo. Va anche precisato che per molti Paesi il matrimonio è stato una conseguenza logica rispetto alla legge che regolarizzava le ‘civil partnership’ tra persone dello stesso sesso.

Per conoscere meglio la sua iniziativa e i motivi che lo hanno spinto a dar vita alla petizione, abbiamo rivolto alcune domande a Giuseppe Fiamingo.

  Quando hai iniziato a interessarti al matrimonio per coppie omosessuali e perché? 
Nonostante sia un Paese cattolico, il Belgio è un pioniere per i diritti degli omosessuali: il  matrimonio gay è stato introdotto nel 2003.
Dopo più di 10 anni, in Belgio il matrimonio tra persone dello stesso sesso è ormai un fatto normale.
Sono da sempre molto sensibile alla parità dei diritti per tutti gli esseri umani e se osservo l’Italia, trovo naturale insorgere su una palese ingiustizia: gli omosessuali italiani che desiderano sposarsi non lo possano fare. Non mi sembra giusto che non abbiano gli stessi diritti delle coppie etero sposate, riguardo, ad esempio, all'abitazione coniugale, ai congedi sul lavoro, all'assistenza sanitaria, alla possibilità di visitare il coniuge in una struttura ospedaliera, alla reversibilità della pensione, e alla successione, al di là del testamento.

Come ti è venuta l’idea di lanciare un petizione per il matrimonio egualitario?
La ‘cultura della petizione’ per di più on-line, in quanto democrazia dal basso, appare come un ottimo strumento per richiamare l'attenzione dei cittadini su tematiche urgenti e meritevoli di attenzione. Inoltre, proporzionalmente alle firme raccolte, queste iniziative sono in grado di attrarre l'attenzione dei politici che dovrebbero decidere, o quanto meno, proporre leggi sulle questioni messe al centro dalla petizione. Infine, possono aiutare anche a contrastare gli slogan odiosi e retrogradi di certi politici reazionari che purtroppo siedono nel Parlamento italiano.
  
E i tuoi familiari come hanno reagito quando hai comunicato la tua idea?
La reazione di mia moglie e dei miei figli è stata di interesse e partecipazione. Sono stati positivamente sorpresi dal fatto che la petizione sia già stata firmata da più di 2500 italiani, anche all'estero.

In Italia come è stata accolta la petizione dagli esponenti del Movimento Lgbt? 
Sinceramente mi aspettavo più sostegno sia da parte di certi politici attivisti per i diritti delle persone Lgbt sia dal Movimento. Osservandolo dall’estero, il Movimento italiano mi appare frazionato in diverse associazioni, in cui ognuno coltiva il proprio ‘orticello’, senza riuscire a fare massa critica sulle questioni dei diritti e quindi di vera rilevanza politica.

 
Come sta andando la petizione? 
Abbiamo già superato le 2500 adesioni ma il nostro obiettivo è di arrivare a 10.000. Privilegiamo una presa di coscienza ed un'azione progressiva di sensibilizzazione, perché siamo coscienti della forte influenza sulla cultura italiana da parte della religione cattolica. D'altra parte, il governo Renzi, nonostante le timide promesse sulle unioni civili, non ha partorito proprio nulla, salvo la ‘grande’ riforma sul Senato, ed anzi sembrerebbe lasciare cadere il sofferto Ddl n. 14 sulla disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili di cui è relatrice anche Monica Cirinnà del PD, sostituendolo con un nebuloso testo governativo in materia.

Ti aspettavi risultati migliori? 
La petizione è stata lanciata a febbraio. All'inizio ci eravamo dati un obiettivo di 1000 firme, ma visto il successo iniziale, abbiamo deciso di continuare e di porci un traguardo decisamente ambizioso. Certo, per raggiungere le 10.000 firme avremmo bisogno del sostegno fattivo delle organizzazioni Lgbt e di tante persone convinte che si tratta di una battagli di civiltà. Confidiamo molto sul ‘passaparola’, un metodo che si è rivelato vincente in molte occasioni. Non mi stanco di rilanciare la petizione su Twitter con l'hastag #matrimoniomosex!
E invito anche a chi legge a farlo e, ovviamente, a firmare la petizione.

A tuo avviso, perché in Italia c’è ancora tanta titubanza nel consentire alle persone omosessuali di sposare la persona che amano? 
Nella decisione di negare alle coppie omosessuali i diritti riconosciuti alle coppie eterosessuali può agire il riflesso cattolico.
Tuttavia in Italia, in cui esiste anche una Chiesa cattolica tollerante, mi sembrano maggiormente responsabili, riguardo alla discriminazione della comunità Lgbt, certi politici che veicolano giornalmente messaggi omofobi ed oscurantisti. Questi, a mio avviso, andrebbero contrastati con grande forza.
Per onestà intellettuale e rispetto alla propaganda degli omofobi fondamentalisti, mi sembra opportuno sottolineare e dare ampia diffusione al un concetto molto semplice: col matrimonio omosex vengono semplicemente allargati i diritti del matrimonio tradizionale alle coppie     omosessuali e le coppie eterosessuali non hanno nulla da perdere o da temere da questa semplice estensione di diritti.
 
Pensi che i governi si lascino influenzare da quanto sostiene il Vaticano?
Gli italiani devono esigere dai loro politici una netta separazione tra la professione della propria fede, che è un fatto privato, e la tutela dei valori universali e costituzionali, come l'uguaglianza tra tutti i cittadini.
La Costituzione italiana è ispirata dal principio della laicità dello Stato e quindi vanno tutelati una pluralità di valori e non solo quelli attribuibili ad una sola religione o orientamento filosofico.
Credo poi che sia urgente porre fine alla vergognosa discriminazione per cui solo per i parlamentari (cioè proprio coloro che dovrebbero legiferare in materia) e per i giornalisti è previsto, dai rispettivi enti previdenziali, che i loro partner (di qualunque sesso siano) possano avere accesso all'assistenza sanitaria. Inoltre per i soli parlamentari è ammessa anche la pensione di reversibilità per il partner, anche in questo caso senza distinzione di sesso.

Dopo il matrimonio per le coppie omosessuali, credi si potrà parlare di adozione e legalizzazione dei figli all'interno del matrimonio?
Alla luce dell'esperienza negli altri Paesi, mi sembra che quelli dell'adozione e del riconoscimento dei figli siano diritti legittimi, che possano essere successivamente acquisiti, dopo il conseguimento del matrimonio omosessuale.
Ma ho la fondata impressione che già per il conseguimento della parità dei diritti tra coppie etero ed omosessuali col matrimonio paritario, la strada in Italia sia ancora lunga ed in salita!
Sono convinto, infatti, che la battaglia per l’adozione e la legalizzazione dei figli delle coppie omosessuali sarà ancora più difficile e questo nonostante la recente sentenza del Tribunale di Roma che ha riconosciuto l’adozione di una bambina da parte di una coppia omosessuale formata da due donne.
Chi desidera firmare la petizione, lo può fare al seguente link.
-
http://www.lindro.it/societa/societa-news/societa-news-italia/2014-09-08/141388-una-petizione-per-il-matrimonio-delle-coppie-omosessuali

samedi 30 août 2014

Mogherini alla PESC

Alla fine Renzi ce l'ha fatta a spuntare la poltrona della PESC (Politica estera e di sicurezza comune) per la Mogherini, già neoministra degli esteri italiana, sulla quale vi era stato a luglio il veto dei paesi dell'Est Europa, che la considerano troppo prona al (cattivo) volere di Vladimir Putin e delle lobbies petrolifere, che lucrano contratti miliardari con la Russia.

A nostro avviso Renzi si é impuntato su di una candidatura per una portafoglio di scarso rilievo in seno alla Commissione UE.
Infatti l'Alto commissario per la PESC è una posizione si prestigiosa, ma ancora ininfluente per le sorti dell' UE e della sua politica estera.
 La PESC, che richiede una quasi impossibile unanimità tra i 28 Stati membri, di comune ha ancora ben poco, in quanto gli Stati Membri, soprattutto i maggiori, come Germania, Francia e Regno Unito, ma anche Polonia e Spagna, si tengono ben stretta la propria politica estera che orientano, anche col loro voto o veto all'ONU, secondo i propri interessi nazionali, o come nel caso del Regno Unito anche attraverso il legame trans-atlantico con gli USA.

Per fare progredire la PESC ci vorrebbe una personalità della statura di Javier Solana, primo Alto Rappresentante, ma con la successiva nomina della evanescente Lady Ashton e dell'inesperta Mogherini adesso, gli Stati Membri hanno confermato di volere in questa posizione figure che non facciano loro ombra.

Portafogli per cui sarebbe stato opportuno che l'Italia avesse fatto una battaglia in seno al Consiglio Europeo sono quelle materie in cui la Commissione ha competenza esclusiva o principale, in cui quindi gli Stati Membri non possono interferire più di tanto, come gli importanti portafogli della concorrenza o del commercio internazionale, di grande attualità, vista la negoziazione dell'accordo commerciale UE-USA, il TTIP.



Aggiornamento dopo la formazione della Commissione Juncker il 10/9/14
Visto il ruolo capitale attribuito da Juncker ai vice-presidenti, messi a capo di clusters tematici e con potere di veto sulle materie da loro coordinate riguardo alle proposte degli altri commissari, bisogna ammettere che Renzi ha avuto molta fortuna ad aver puntato su una vice presidenza alla Commissione UE, visto il potere che ne deriva.

La vuota comunicazione di Renzi é controproducente


Il Presidente del Consiglio, Renzi, che trova il tempo per lo show del gelato per "vendicarsi" sull'Economist, che lo critica ritraendolo  in copertina come un bambino col gelato in mano, ha fatto anche un clamoroso errore di comunicazione. 


Infatti l'Economist é quel prestigioso settimanale britannico che contribuisce ad orientare gli  investimenti internazionali, di cui l'Italia ha maledettamente bisogno.

 E' con una vera riforma della giustizia civile (velocizzandola sul serio, dopo i passati tentativi abortiti) e della Pubblica Amministrazione (rendendola efficiente e dialogante coi cittadini) che si migliora l'Italia e si attraggono gli investitori, e non con penosi siparietti!
E' l'economia, stupido!

dimanche 1 juin 2014

Due nuovi partiti italiani ma con la vecchia abitudine di gabbare gli elettori appena chiuse le urne

Il Movimento 5 Stelle e la lista Tsipras per l'Europa, due nuovi partiti in cui più del 25% degli italiani hanno riposto speranze di miglioramento del Paese alle ultime elezioni europee,  hanno già un tratto in comune nella loro prossima presenza al Parlamento Europeo (di seguito, PE) .
Infatti gli elettori di entrambi gli schieramenti sono andati alle urne non conoscendo in quale gruppo politico sarebbero confluiti i loro eletti al Parlamento europeo ed adesso, una volta chiuse le urne, possono ritenersi gabbati dai propri partiti riguardo alle scelte antidemocratiche effettuate a riguardo.



La collocazione in un gruppo politico al PE (per il quale sono necessari 25 europarlamentari provenienti da almeno 7 Paesi diversi) dipende naturalmente dalle affinità politiche dei partiti che vi partecipano, ma ha anche un'importanza rilevante poiché in palio vi sono: maggior risorse economiche ed attribuzione di un segretariato; una maggior visibilità politica: maggior tempo di parola alle sedute plenarie, la possibilità di partecipare all'Assemblea dei capogruppo che decide l'ordine del giorno della sessione plenaria, l'ottenimento della presidenza di commissioni e l'assegnazione di relazioni legislative.

Riguardo alla lista italiana Tsipras per l'Europa sembrava logico, per un osservatore esterno, che gli eletti italiani sarebbero confluiti nella lista GUE/NGL della sinistra radicale, contraria al Fiscal compact ed al pareggio di bilancio, in cui una delle  componenti principale é proprio quella greca di Tsipras.
 Tuttavia cio' non teneva conto dell'atteggiamento ambiguo di Vendola e SEL.
 Infatti SEL, da una parte  partecipa alle liste di Tsipras per l'Europa e ne esprime candidati, ma  dall'altra non comunica al Parlamento europeo  di voler aderire al gruppo GUE http://www.eunews.it/2014/05/22/sel-blocca-per-ora-ladesione-della-lista-tsipras-al-gruppo-della-sinistra-unita-a-strasburgo/16193 .

Per di più Vendola, invece di sostenere coerentemente la candidatura alla Commissione euopea di Alexis Tsipras, si spende in campagna elettorale a favore di Martin Schulz, il candidato del gruppo S&D a cui aderisce il PD di Renzi, pensando probabilmente di ingraziarsi Renzi riguardo ad un'eventuale alleanza politica a livello nazionale.
Al momento della costituzione del Movimento Tsipras per l'Europa, una delle promotrici, Barbara Spinelli, la figlia di Altiero, uno dei padri fondatori dell'Unione Europea, aveva dichiarato che avrebbe "tirato la lista" ma che non si sarebbe sieduta al Parlamento Europeo, lasciando quindi il posto libero ai primi non eletti.
E' invece  notizia odierna che la Spinelli, ritornerebbe sulla sua decisione e potrebbe siedere a Bruxelles, probabilmente per garantire l'adesione di almeno uno dei tre candidati eletti nella lista al gruppo GUE, ma scatenando una guerra intestina tra i partiti politici (SEL, PRC) che hanno sostenuto la lista, in funzione di quale seggio la Spinelli sceglierà (era candidata in tutte le circoscrizioni elettorali)


http://www.controlacrisi.org/notizia/Politica/2014/6/1/40947-altra-europa-si-riuniscono-i-candidati-spinelli-forse-va-a/#.U4sfBNllrN4.twitter

Riguardo al Movimento 5 stelle, Grillo e Casaleggio non hanno fatto alcuna dichiarazione di apparentamento ad un gruppo politico al Parlamento europeo prima del voto.
Ma a rislultati elettorali conosciuti (17 seggi), Grillo é volato in incognito a Bruxelles ad incontrare Farage, il leader dell'UKIP , primo partito britannico dal risultato delle urne, con 25 seggi.
L'UKIP é un partito euroscettico che vuole l'uscita del regno Unito dall'UE, mentre il Movimento 5 stelle propone "soltanto" di indire un referendum sull'uscita dall'Euro.
L'UKIP, é anche un partito ultraconservatore e ultraliberista che non sembra proprio condividere 'i valori fondamentali del Movimento 5 Stelle" cosi' come previsto dal Codice di comportamento del Movimento per le elezioni europee http://www.beppegrillo.it/movimento/codice_comportamento_europee.php .
Infatti, riguardo all'energia e l'ambiente, l'UKIP ha una posizione pro-nucleare, a favore dello sfruttamento delle energie fossili e del gas di scisto, mentre il Movimento 5 Stelle é a favore delle energie rinnovabili, dell'eliminazione degli inceneritori, e promuove il risparmio energetico.
Le convergenze, ma a titolo personale tra i leader, appaiono più ampie su questioni legate alla sovranità nazionale, come sull'immigrazione, visto che Farage si é espresso a diverse riprese contro la libera circolazione dei cittadini rumeni e bulgari e dei rom nel regno Unito e Grillo ha una posizione molto ostile all'immigrazione clandestina, emersa riguardo alla contrarietà all'abolizione del reato di clandestinità in Italia, posizione che fu pero' sconfessata dal voto della rete.

La rete del Movimento 5 stelle é ora in subbuglio riguardo alla posizione di Grillo e Casaleggio che vorrebbero "vendere" al Movimento l'alleanza contro natura con l'UKIP di  Farage, probabilmente già preconfezionata prima delle elezioni, ed il sito di Grillo rigurgita di articoli e comunicati stampa volti ad indorare la pillola per elettori ed attivisti riguardo a quest'alleanza.

Questi due esempi, differenti nei dettagli, hanno in comune lo stesso arrogante agire di due partiti  che dovrebbero invece rappresentare il meglio quanto a trasparenza e democrazia interna nei confronti dei propri elettori.
Non serve quindi a nulla stracciarsi le vesti a causa della  diminuzione progressiva del numero dei votanti, segnale di una costante disaffezione dell'elettorato italiano verso i partiti, quando questa disaffezione viene provocata proprio dal comportamento dei partiti.

Fin quando i partiti politici vorranno continuare a farla da padroni, relegando gli elettori al mero ruolo di spettatori riguardo a decisioni di rilevante importanza politica, prese nel segreto di  piccoli comitati, agli elettori non resterà altra scelta che stracciare la scheda elettorale!

samedi 31 mai 2014

Grillo bifronte sceglie x M5S l'alleanza col misogino, xenofobo e nuclearista Farage piuttosto che i progressisti verdi europei

La scelta di Grillo di fare aderire il Movimento Cinque Stelle al gruppo politico all'Europarlamento dell'euroscettico, xenofobo e nuclearista Farage, leader dell'UKIP, sta suscitando i malumori della rete, tra cui due notevoli attivisti del Movimento 5 stelle, Ferdinando Imposimato https://www.facebook.com/notes/ferdinando-imposimato/impossibile-accordo-m5s-farage/10152415033930750 
e Angelo Consoli Direttore del team europeo dell'ambientalista Rifkin,



Nel programma dei Verdi europei, troviamo un progetto  progressista, incentrato si sull'ambiente, ma anche con altissima attenzione all'ECONOMIA, ai DIRITTI SOCIALI e DEMOCRATICI , alla SOLIDARIETA, includendovi anche i diritti degli IMMIGRATI 
  • Riforme economiche e sociali per rendere lo sviluppo sostenibile sia per gli essere umani che per la natura;
  • un processo democratico che colleghi il COMMERCIO , la SICUREZZA , le QUESTIONI ECONOMICHE e SOCIALI con l'ambiente, la CULTURA ed i DIRITTI DEMOCRATICI;
  • elevati standards ecologici , SOCIALI e DEMOCRATICI per garantire la QUALITA' della VITA;
  • SOLIDARIETA', DIRITTI UMANI e CIVILI per tutti, includendo le persone che provengono dai paesi al di fuori dell'UE;
  • una POLITICA ESTERA volta a risolvere i problemi con mezzi pacifici, piuttosto che con la forza militare;
  • strutture migliorate x la partecipazione democratica nel processo di decisione politica, inglobandovi le ONG, i sindacati, i cittadini e le autorità civili a tutti i livelli, con misure per garantire la PARTECIPAZIONE PARITARIA delle DONNE;
  • PARITA' nei DIRITTI e nelle OPPORTUITA', nel rispetto della DIVERSITA culturale e linguistica;
  • una politica di occupazione e di ridistribuzione del LAVORO, con particolare attenzione alle questione di GENERE, per porre fine all'attuale squilibrata divisione del lavoro e dividere in modo più equo la carica di lavoro tra uomini e donne, assicurando che le donne possano prendere parte sia nel mercato del lavoro che nella vita politica.


Viene il dubbio che Grillo non voglia fare un'alleanza coi Verdi europei perché non condivide affatto il progetto per un'Europa  verde e sostenibile, e soprattutto per un'Europa che sia paritaria tra uomini e donne, sul lavoro e nella politica,  un'Europa solidale e rispettosa dei diritti civili, anche degli immigrati.

Insomma viene il dubbio che Grillo, di cui erano già note le tendenze anti immigrati (vedi la sua posizione volta a non abolire il reato di immigrazione clandestina) volendosi alleare col misogino, populista, xenofobo, nuclearista ed anti-rinnovabili, ed ex operatore della City, Farage, rigetti troppi dei valori fondatori del Movimento 5 stelle (energie rinnovabili, risparmio energetico, eliminazione degli inceneritori, uno vale uno, parità dei sessi, moralizzazione della finanza...)



Ma di questo, gli attivisti che voteranno stasera sul server di Casaleggio, ma solamente riguardo all'alleanza con l'UKIP, e non con altri schieramenti progressisti e politicamente più vicini al M5Stelle, come i Verdi europei o la lista Tsipras, ne sono stati informati correttamente?

mardi 27 mai 2014

Europarlamento più euroscettico e più spostato a destra, ma dove continueranno a decidere gli schieramenti tradizionali

L'affluenza media al voto nell'UE  per il Parlamento Europeo é stata del 43%, stoppando per la prima volta  la regressione dei votanti, anche se in Italia l'affluenza, pur in discesa,  é  ancora al 59%.

I quattro principali gruppi politici  (i democristiani del PPE con 213 seggi, i socialisti di S&D con 189 seggi, in cui il PD con 31 seggi, sarà il principale partito, i liberali dell'ALDE con 64 seggi, i Verdi con 52 seggi ed i conservatori riformisti di ECR con 46 seggi) pur mantenendo la loro leadership e rappresentando i tre quarti dei suffraggi espressi, perdono consensi e seggi rispetto al Parlamento uscente.



Gli equilibri nel Parlamento Europeo per la Presidenza alla Commissione UE
Seguendo la nuova procedura di voto per la presidenza della Commissione europea prevista dal Trattato di Lisbona, il lussemburghese Junker candidato del PPE, primo gruppo politico uscito dalle urne, reclama l'incarico a Presidente della Commissione UE. Junkers avrà pero' bisogno di almeno la metà  dei 751 membri del PE  perché la sua candidatura possa essere proposta al Consiglio UE, che dovrà approvarla a maggioranza qualificata.
Junkers dovrà quindi trovare un compromesso programmatico o coi socialisti di Schulz, oppure  con una più improbabile  coalizione con i liberali di Guy Verhofstadt, i verdi di Bové, i conservatori-riformisti dell'ECR e l'estrema sinistra della GUE di Tsipras.

Le forze euroscettiche
I seggi persi dai quattro principali gruppi politici sono andati a vantaggio dei partiti euroscettici, anti-euro e dell'estrema destra, che dovrebbero totalizzare di 140 seggi.
Come maggior forza euroscettica, antieuro e xenofoba si afferma al Parlamento europeo il Front National di Marine Le Pen in Francia, arrivato primo con quasi il 25% dei suffraggi e 24 seggi.
Nel Regno Unito si afferma come primo partito l'independentista UKIP di Nigel Farage, con quasi il 27% dei voti ed anch'esso con 24 seggi.
In Italia il Movimento 5 stelle, che ha nel suo programmo il referendum sull'uscita dall'euro, ha avuto il 21,15% dei voti e sbarca all'Europarlamento con 17 seggi.
La Lega Nord, partito anti euro e xenofobo, col 6,15% dei voti si aggiudica 5 seggi.






L'importanza dei gruppi parlamentari al PE
Per contare al Parlamento Europeo é essenziale che gli eletti aderiscano ad un gruppo politico, (che deve essere costituito da almeno 25 europarlamentari provenienti da almeno 7 stati membri) invece di restare tra i "non iscritti" o i "non apparentati",  perché l'appartenenza ad un gruppo politico conferisce più risorse economiche, garantisce maggior tempo di parola e  maggiore influenza, in quanto i gruppi politici partecipano alla Conferenza dei Presidenti che decide l'ordine del giorno delle Assemblee plenarie.

Il front National di Marine Le Pen cerca di  aggregare la destra estrema ma "presentabile"



Proprio per questo Marine Le Pen si sta sforzando di costituire un gruppo euroscettico al Parlamento Europeo.
In passato aveva già corteggiato Grillo che aveva declinato.
Neanche Farage dell'UKIP né il Partito popolare danese sembrano propensi a formare un gruppo con il Front National, perché lo trovano troppo estremista.
D'altro canto, il Front National teme che associarsi in un gruppo parlamentare coi neonazisti di Alba dorata in Grecia (3 seggi) o col  partito ungherese ultranzionalista Jobbik (che ottiene 3 seggi) lo qualificherebbero come estremista e maggiormente infrequentabile.
E' più probabile che il Front national di Marine Le Pen riesca nell'impresa costituendo un gruppo politico con gli anti-euro tedeschi dell'AFD (7 seggi), con la Lega Nord (5 seggi), coll'olandese PVV di Gert Wildeers ( 4 seggi) , con l'austriaco FPÖ (4 seggi), coi democratici svedesi dell' SD (2 seggi), coi Veri Finlandesi (2 seggi) e e col belga Vlaams Belang (sceso ad un solo seggio).

Un gruppo politico col Movimento 5 stelle? Visto che Farage non si alleerà con il Front National, ma che ha necessità di capitanare un  gruppo politico, interrogato a proposito a Bruxelles, ha ribadito il suo interesse a costituire un gruppo politico con Grillo.
Grillo sembra propenso ad accettare l'invito a fare gruppo politico con Farage perché il Movimento 5 Stelle, dopo i non entusiasmanti risultati elettorali, ha molto bisogno di visibilità politica.

E gli euroscettici di sinistra?


Nel panorama del Parlamento euroscettico, é  in crescita, con 42 eletti, lo schieramento politico della sinistra che si batte contro l'austerità di bilancio e l'iperliberilsmo, che hanno dominato sinora le politiche europee. Il gruppo della Sinistra europea unita (GUE) , cresce grazie al successo della lista Syriza di Tsipras, primo partito in Grecia, e vi dovrebbero aderire, salvo sorprese, i tre eletti della lista italiana Tsipras per l'Europa.

Dovrebbe restare scarsa l'influenza politica nel PE di euroscettici e dell' estrema destra
Nonostante l'indubbio segnale politico dell'affermazione degli euroscettici e dell'estrema destra in quasi tutti i Paesi dell'UE, la loro influenza legislativa al Parlamento europeo dovrebbe rimanere insignificante. Infatti, anche se estrema destra ed euroscettici riusciranno a costituirsi almeno in due gruppi politici (attorno al FN ed all'UKIP) sulla cui tenuta nel lungo periodo vi sarà da scommettere, gli altri gruppi politici (PPE, S&D, ALDE, Verdi, ECR)  che detengono il 75% dei seggi, erigeranno probabilente un "cordone sanitario", volto ad evitare qualsiasi contaminazione in termini di voto con euroscettici ed estrema destra.

mercredi 30 avril 2014

Col razzismo non si deve scherzare, neanche in Italia!

Per le frasi razziste proferite dal presidente della squadra di basket Clippers di Los Angeles, Donald Sterling, alla propria fidanzata, la National Basket Association lo espelle a vita dal basket e gli commina una multa di 2,5 milioni di dollari.


In Italia invece non passa un giorno senza che personaggi politici di statura nazionale come Calderoli , Borghezio, Bossi, Salvini, Magdi Allam, inveiscano o ironizzino con battute, vignette o trovate pubblicitarie (il "maiale day" di Calderoli contro le moschee)  più che discutibili contro immigrati , rom, africani, musulmani o richiedenti di asilo.

Questa deriva italiana  é stata anche stigmatizzata da un rapporto del Consiglio di Europa del 2012http://www.coe.int/t/dghl/monitoring/ecri/Library/PressReleases/99-21_02_2012_Italy_it.asp#TopOfPage

Spesso i procedimenti contro politici che proferiscono frasi razziste vengono archiviati, come é successo a Stiffoni, in quanto parlamentari.

Il paradosso é che queste derive razziste, invece di essere stigmatizzate dall'opinione pubblica e dai media italiani, fruttano ai politici che le proferiscono migliaia di voti!

Sarebbe ora che in Italia  i reati razzisti non possano più essere coperti dall'immunità parlamentare e che si inizino campagne educative sull'immigrazione, ricordando, ad esempio, che all'inizio del ventesimo secolo, gli immigrati in cerca di un futuro migliore erano proprio gli italiani.

Anche il recente esempio mediatico del calciatore Dani Alves, che mangia con ironia la banana gettatagli da un tifoso razzista, non puo' che sensibilizzare alla tematica il pubblico degli stadi, una parte del quale si é troppo spesso  "distinto", anche in Italia,  per gesti di discriminazione razziale!







mercredi 23 avril 2014

Quando anche una vignetta puo' essere odiosa

https://twitter.com/magdicristiano/status/457890377102393344/photo/1

Magdi Allam ha pubblicato una vignetta di Marcello Sartori in cui si vedono diversi immigrati in attesa di entrare in Italia (tutti con pelle rigorosamente non bianca ed alcune donne con la burka) ed una bambina con sospette pustule rosse sulla pelle, che dice di chiamarsi Ebola al giornalista che la intervista.

Anche se si tratta di una vignetta, il messaggio anti immigrati e razzista appare chiaro!
 Politicamente più che scorretto strumentalizzare le disgrazie del continente africano spargendo anche allarmi infondati, quando il sito del Ministero della Salute ed un esimio virologo stabiliscono che in Italia non vi é alcun allarme relativo al virus Ebola http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=1547
http://www.scientificast.it/2014/04/17/giovanni-maga-virologo-del-cnr-risponde-su-ebola/
Sarebbe interessante sapere cosa pensa l'UNAR, Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali di questa triste vignetta...
http://www.unar.it/unar/portal/?tag=antirazzismo

Aggiornamento di Agosto 2014 : l'Ordine nazionale dei giornalisti ha deciso di sottoporre Magdi Allam a processo disciplinare perché i suoi scritti risultano antislamisti http://www.giornalettismo.com/archives/1590567/lordine-dei-giornalisti-contro-magdi-allam-islamofobo/

dimanche 13 avril 2014

Processo penale efficace: termini di prescrizione congelati al rinvio a giudizio e 2 gradi di processo

La durata media dei processi penali in Italia (tra primo grado, appello e Cassazione) nel 2011 é stata di 4 anni e 47 giorni.
Sono naturalmente gli indagati ricchi e potenti a poter beneficiare degli appigli del nostro sistema giuridico che vanta, tra i pochi al mondo,  ben tre gradi di giudizio.



Inoltre, più si allungano i tempi del giudizio, maggiormente incombono gli stretti  termini di prescrizione dei reati, che in Italia non si congelano neanche a procedimento penale iniziato.

Il legislatore con la legge 5/12/2005 N°251 detta ex-Cirielli (perché il primo firmatario vi ritiro' la firma) ha inoltre accorciato i termini di prescrizione.  Inoltre viene introdotta una  discutibile, ai sensi dei principi costituzionali di uguaglianza e ragionevolezza, differenziazione della  prescrizione in base al profilo penale dell'imputato, con termini di prescrizione più lunghi per i recidivi e più brevi per gli incensurati. 
Tale differenziazione porta all'abberazione che un processo per  una truffa di svariati milioni di euro da parte di un incensurato possa estinguersi, mentre il processo per una truffa di importo irrisorio, ma a carico di un pregiudicato, vada avanti.




L'effetto della ex-Cirielli é stato che i processi penali conclusi con sentenza di non luogo a procedere per prescrizione dei termini sono passati da 56.486 nel 1996 a 206.000 nel 2003, quadruplicando.

Praticamente l'effetto abberrante della ex-Cirielli, che accorcia i termini di prescrizione, ma non provvede minimamente a migliorare il funzionamento della giustizia, é stato di sancire un regime di impunità per i delitti più gravi, i cui processi vengono estinti quando compiuti da incensurati.

Guardando a due processi emblematici recenti, abbiamo la condanna di Silvio Berlusconi nel processo Mediaset per frode fiscale e quella di Marcello dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa.

Il rinvio a giudizio per frode fiscale di 7,3 milioni di € per Berlusconi é datato 22 aprile 2005 e, a causa del giudizio di primo grado, del processo di appello e di quello in Cassazione, la sentenza definitiva della Cassazione a 4 anni di detenzione (diminuita di tre anni per l'indulto del 2006) ed a due anni di interdizione dai pubblici uffici, arriva soltanto il 1° Agosto 2013, cioé più di otto anni dopo!

Nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa a carico di Marcello dell'Utri il rinvio a giudizio é di ottobre 1996 e dopo un primo annullamento da parte della Cassazione (9 marzo 2012) della sentenza della corte di appello di Palermo (29 giugno 2010) che lo condannava a 7 anni di carcere soltanto per i fatti commessi fino al 1992,  la nuova sentenza della corte di appello di Palermo del 25 marzo 2013 conferma la pena di sette anni di reclusione. Il verdetto finale  della Cassazione é atteso nei prossimi giorni, cioé quasi 17 anni dopo il rinvio a giudizio!

Non ha senso che la sentenza di assoluzione o la condanna, con l'irrogazione di una pena, intervengano dopo troppo tempo dal compimento del (presunto) reato, altrimenti il deterrente della pena rischia di essere vanificato. 
Inoltre una durata dilatata negli anni su cosi' tanti gradi di processo finisce col rendere nebulosi i ricordi dei testimoni e puo' dare agli imputati  la possibilità di organizzare meglio la loro fuga, e qui i casi notori non mancano, da Amanda Knox a Marcello dell'Utri.




Infine, i processi che si chiudono con la prescrizione sono una sconfitta per lo Stato, che non riesce a determinare le responsabilità, per le vittime, che non vedono riconosciuti i loro diritti a riparazione e per  l'innocente, che ha interesse che la propria assoluzione venga determinata in giudizio.

Le ricette per un processo penale efficace, sostenibile ed equo, dovrebbero prevedere termini di prescrizione che si congelano con il rinvio a giudizio  ed un giudizio penale che si "contenti" di due soli gradi di gradi di giudizio, come negli altri Paesi europei.

Ma il legislatore italiano, con una lunga tradizione "garantista", affronterà mai una riforma che rischi di far funzionare finalmente la giustizia penale?