Problematiche emerse dal voto italiano all'estero:
Partecipazione in calo e su livelli al minimo storico: la già bassa partecipazione delle scorse elezioni (vicina al 40%) é scesa al 31%, ed in diversi Paesi europei con forte e tradizionale presenza italiana (Francia, Belgio, Germania ed all'eccezione della Svizzera) i votanti sono al di sotto del 30%.
Elevatissima percentuale di voti nulli (dall'8 al 10%) quando la percentuale italiana sia alla Camera che al Senato é stata del 2,4%. Personalmente spiego l'alto numero di schede nulle con la complicazione del voto per corrispondenza all'estero, che prevede di mettere la scheda in una busta e successivamente dentro un'altra busta con il certificato elettorale.
L'ingerenza illecita dei patronati all'estero nell'indirizzare il voto degli italiani all'estero più influenzabili e meno preparati, smascherata dalle registrazioni durante quest'ultima campagna elettorale.
http://www.youtube.com/watch?v=1WoXrN4cIwQ
Per ribaltare questo stato di cose poco edificante é necessaria un'attività capillare di informazione sull'esercizio corretto del voto su di un territorio molto vasto.
Normalmente questo compito dovrebbe essere dei COMITES, ma questi enti sono spesso sconosciuti dagli stessi italiani residenti all'estero nelle circoscrizione e spesso non hanno nemmeno un sito internet degno di questo nome.
Insomma, gli italiani all'estero appaiono sempre di più come cittadini di serie B, che vengono solo contattati dai candidati al momento delle elezioni.
E' ora che tutto cio' cambi per riavvicinare anche questi cittadini alle istituzioni italiane!
Blogger da Bruxelles, con la passione per l'Europa, quella ancora incompiuta (sociale, fiscale, umanitaria). Le mie opinioni, spesso controcorrente.
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mardi 26 février 2013
mercredi 2 janvier 2013
Spunti per un'azione credibile degli eletti in favore degli italiani all'estero
Al di là degli annunci elettorali dei candidati nelle varie circoscrizioni all'estero, il punto essenziale é la CAPACITA' di questi, una volta eletti, di INCIDERE sull'azione legislativa e sull'attenzione del governo riguardo alle tematiche concernenti gli italiani all'estero .
I dodici parlamentari del collegio estero eletti alla Camera ed i sei eletti al Senato, per essere credibili, ed onorare la fiducia dei loro elettori dovrebbero impegnarsi per una "piattaforma comune di legislatura in favore degli italiani residenti all'estero".
Tale piattaforma comune, resa operativa attraverso una Commissione Bicamerale permanente, dovrebbe accomunare e permettere il coordinamento dell'azione degli eletti, al di là delle appartenenze politiche, visto che le problematiche degli italiani all'estero sono trasversali e bipartisan.
Attraverso questo coordinamento, gli eletti dagli italiani residenti all'estero potrebbero esercitare collettivamente ed in modo più incisivo la loro azione, tramite interrogazioni, interpellanze, progetti di legge a firma comune, vertenti ad esempio sul miglioramento dei servizi che lo stato italiano fornisce ai concittadini all'estero, attraverso i Consolati, gli Istitutti italiani di cultura,i COMITES o i CGIE, (qualora ancora riformabili) o su interventi puntuali riguardo a particolari situazioni urgenti e/o gravi.
Solo con questo tipo di coordinamento ed un'azione congiunta, i parlamentari del collegio estero potrebbero ottenere risultati concreti e riconoscibili in favore degli italiani all'estero.
Cosa ne pensate di questa proposta, concittadini residenti all'estero?
I dodici parlamentari del collegio estero eletti alla Camera ed i sei eletti al Senato, per essere credibili, ed onorare la fiducia dei loro elettori dovrebbero impegnarsi per una "piattaforma comune di legislatura in favore degli italiani residenti all'estero".
Tale piattaforma comune, resa operativa attraverso una Commissione Bicamerale permanente, dovrebbe accomunare e permettere il coordinamento dell'azione degli eletti, al di là delle appartenenze politiche, visto che le problematiche degli italiani all'estero sono trasversali e bipartisan.
Attraverso questo coordinamento, gli eletti dagli italiani residenti all'estero potrebbero esercitare collettivamente ed in modo più incisivo la loro azione, tramite interrogazioni, interpellanze, progetti di legge a firma comune, vertenti ad esempio sul miglioramento dei servizi che lo stato italiano fornisce ai concittadini all'estero, attraverso i Consolati, gli Istitutti italiani di cultura,i COMITES o i CGIE, (qualora ancora riformabili) o su interventi puntuali riguardo a particolari situazioni urgenti e/o gravi.
Solo con questo tipo di coordinamento ed un'azione congiunta, i parlamentari del collegio estero potrebbero ottenere risultati concreti e riconoscibili in favore degli italiani all'estero.
Cosa ne pensate di questa proposta, concittadini residenti all'estero?
jeudi 20 décembre 2012
Punti programmatici per gli italiani residenti all'estero
L'assemblea "Cambiare si puo' " Bruxelles si é riunita il 17 dicembre ed ha elaborato il seguente comunicato:
Cambiare si puo' : Anche gli Italiani all’estero appoggiano il Movimento "Cambiare si puo' "
Come Italiani residenti all'estero e con diritto di voto alle elezioni politiche italiane rappresentavamo alle ultime elezioni politiche del 2008 quasi 3 milioni di elettori ed eleggiamo 18 parlamentari, di cui 12 alla Camera e 6 al Senato.
Come Italiani residenti all’estero appoggiamo i 10 punti programmatici del Movimento “Cambiare si puo” http://www.cambiaresipuo.net/cartoline-2/
e aggiungiamo un punto relativo alla nostra particolare situazione:
Punto integrativo per gli italiani all'estero
In quanto Italiani all’estero, chiediamo un funzionamento efficiente e moderno, con una presenza minima garantita nei luoghi tradizionali dell'emigrazione italiana, per i Consolati italiani, smantellati ed accorpati dalla recente "riforma" Frattini.
In quanto Italiani all’estero, chiediamo un funzionamento efficiente e moderno, con una presenza minima garantita nei luoghi tradizionali dell'emigrazione italiana, per i Consolati italiani, smantellati ed accorpati dalla recente "riforma" Frattini.
Chiediamo inoltre una gestione professionale, dal punto di vista manageriale e culturale per gli Istituti italiani di Cultura, in modo che questi Enti possano diffondere efficacemente la cultura e la lingua Italiana nel mondo ed essere strumenti di inclusione ed integrazione sociale anche tra le diverse generazioni di italiani residenti all’estero.
Chiediamo la riforma delle rappresentanze degli italiani all'estero, COMITES e CGIE per un loro efficace e trasparente funzionamento come punto di collegamento tra le comunità italiane all’estero e i vari livelli di governo italiani. Tra i compiti dei COMITES , in stretta collaborazione con le reti consolari, deve rientrare l’Individuazione e la rilevazione degli italiani in emigrati in stato di necessità e di una eventuale predisposizione di interventi mirati ad attenuare queste situazioni, anche proponendo accordi bilaterali tra l’Italia e il paese ospitante. Un altro punto importante dell’azione dei COMITES dovrà riguardare il monitoraggio e il supporto alla nuova emigrazione italiana, sempre più precaria, e la valorizzazione delle associazioni italiane presenti all’estero.
Chiediamo inoltre una revisione dell'IMU, affinché i cittadini residenti all’estero possano beneficiare dell'aliquota minima per il primo immobile posseduto in Italia, purché questo sia appartenente a categorie diverse da quelle degli immobili di lusso.
Il documento é stato elaborato /approvato dalla Assemblee di Bruxelles:
Luca Barzi; Marilla Boffito; Leopoldina Caccia Dominioni, Laura Fallavolita, Giuseppe Fiamingo, Pietro Lunetto, Fabrizio Basano
ed é stato approvato dalle rappresentanti dell'Assemblea di Parigi:
Elisabetta Romeo e Caterina Avanza
nonché da Ernesto Granese dell'associazione "Italians in Brighton"
nonché da Ernesto Granese dell'associazione "Italians in Brighton"
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